Prevenzione e trattamento cancro colon-retto

Ambulatorio multidisciplinare, uso innovativo della radiomica, chirurgia (ultra)conservativa. Sono questi i pilastri del Progetto Globale Retto, ideato e messo a punto dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per il trattamento del cancro del retto. Un progetto che viene lanciato in occasione del mese della prevenzione del cancro colo-rettale che ricorre ogni anno nel mese di marzo e che ha l’obiettivo di ottenere un aumento delle guarigioni e il miglioramento nella qualità di vita dei pazienti. “La diagnosi rappresenta l’inizio di un percorso articolato, impegnativo sia per il malato che per i familiari”, spiega Maurizio Cosimelli, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Colon-Retto dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e coordinatore del progetto. “Per questo è nato il Progetto Globale Retto, un insieme di trattamenti personalizzati con 3 obiettivi di primaria importanza:

  • Diagnosi tempestiva;
  • Guarigione;
  • Miglioramento qualità della vita.

I dati ci stanno confermando che siamo sulla strada giusta. Oggi circa il 75% dei pazienti viene sottoposto a un trattamento chirurgico laparoscopico conservativo, ma l’obiettivo è di arrivare al 90%”, prosegue Cosimelli. L’ambulatorio multidisciplinare è una vera e propria “centrale di comando” coordinata da chirurgo, oncologo e radioterapista; un vero e proprio pool di specialisti che lavorano in sinergia. “Il Tumor Board si riunisce una volta alla settimana per discutere i casi clinici e impostare i diversi step di trattamento”, interviene Maria di Bartolomeo, responsabile della Struttura Semplice di Oncologia Medica Gastroenterologica di INT. “La discussione si completa con un’attività di ambulatorio in senso tradizionale, con il vantaggio che qui il malato concentra nella stessa mattinata visite, esami e colloquio con il chirurgo, l’oncologo ed il radioterapista, risparmiando così tempo, energie e costi e, allo stesso tempo, ricevendo una proposta univoca di programma terapeutico integrato, discusso con tutti gli specialisti.”

L’utilizzo della radiomica – ovvero un progetto innovativo della diagnostica per immagini finalizzato a ottenere informazioni predittive sull’evoluzione della malattia – è reso possibile grazie alla collaborazione tra INT e il Politecnico di Milano. “Oggi sappiamo che alcune forme tumorali, comprese quelle del retto, hanno un corredo di alterazioni molecolari”, aggiunge Cosimelli. “Grazie alla radiomica ed alla intelligenza artificiale, le immagini della risonanza magnetica del paziente vengono frammentate e trasformate in numeri da incrociare coi dati di biologia molecolare. Il risultato è un modello innovativo matematico che ci permette di identificare il profilo di rischio del singolo tumore e di formulare così un trattamento il più possibile personalizzato, ottimizzando laddove possibile il rispetto del corpo e della psiche del paziente ovvero intensificando i trattamenti nel caso di un profilo prognostico più sfavorevole, al fine di aumentare le chance di guarigione.”

La chirurgia è sempre il trattamento di elezione in caso di diagnosi di tumore del retto ed è preceduta da chemio-radioterapia pre-operatoria. In base al profilo di rischio, nel 75% dei casi l’operazione è può prevedere l’asportazione di retto e mesoretto e la necessità di una stomia temporanea, ma sino al 25% dei casi l’intervento può asportare per via anale solo la lesione tumorale residua, riducendo il rischio di una stomia permanente e soprattutto mantenendo intatta la funzione d’organo.