I drug eluting balloon (Deb), ovvero i palloni a rilascio di farmaco, rappresentano una vera e propria rivoluzione nel campo della cardiologia interventistica; la terza, in ordine di tempo, dopo l’utilizzo degli stent medicati nel 2003 ed il trattamento percutaneo delle patologie valvolari nel 2007. Si tratta di palloncini per il trattamento della cardiopatia ischemica che, oltre a dilatare i vasi sanguigni, rilasciano al contempo una sostanza medicata, solitamente un farmaco anti-proliferativo, che aiuta a prevenire la formazione di occlusioni o restenosi senza lasciare alcun residuo metallico nel paziente. L’Unità Operativa di Emodinamica del Policlinico di Tor Vergata, guidata dal prof. Giuseppe Sangiorgi, è la terza in Italia per infarti acuti e rapidità di intervento; di 1.200 trattamenti annuali, 1/4 viene già fatto solo con palloncino medicato. Nella Regione Lazio – spiega Sangiorgi – il nostro Centro è capofila come numero di interventi eseguiti con solo Deb senza dover impiantare nessuno stent, con il vantaggio di ridurre al minimo le potenziali complicanze legate alla presenza di un corpo estraneo all’interno dei vasi e a ridurre al tempo stesso la necessità di una duplice terapia antiaggregante a lungo termine.”
Il tema è al centro di un simposio di 3 giorni a Roma, che vede a confronto esperti del settore Cardiovascolare provenienti da tutto il mondo, insieme ai rappresentanti di ricerca e sviluppo del settore medicale e chimico-farmaceutico. L’evento – organizzato da Summeet con il patrocinio di Società Europea di Cardiologia ESC, Società Italiana di Cardiologia SIC, Società Italiana di Cardiologia Interventistica GISE, Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare SICVE – intende fornire un momento di confronto tra specialisti per discutere l’efficacia clinica e la sicurezza dei Deb, evidenziare le ultime innovazioni e i progressi correlati in campo cardiovascolare con l’utilizzo di questa tecnologia, delineando al tempo stesso sfide e opportunità per gli sviluppi futuri. “Uno dei temi principali – dichiara Sangiorgi – è l’applicazione dei Deb nel campo dell’angioplastica coronarica, un intervento comune per ripristinare il flusso sanguigno nelle arterie coronarie ostruite o stenotiche. L’uso dei Deb in questa procedura ha mostrato risultati promettenti in termini di riduzione delle restenosi, ovvero la ricomparsa di una stenosi nel vaso trattato a distanza di tempo, oltre il vantaggio di ridurre al minimo le potenziali complicanze legate alla presenza di un corpo estraneo all’interno dei vasi ed a ridurre al tempo stesso la necessità di una duplice terapia antiaggregante a lungo termine.”
“La prospettiva è utilizzare questa tecnica rivoluzionaria anche per altri interventi come l’angioplastica periferica e l’angioplastica carotidea”, prosegue Sangiorgi. “Questo apre interessanti prospettive per il trattamento di malattie vascolari che coinvolgono altre parti del corpo ed in vasi a basso flusso – dove l’impianto di stent non è opportuno – come nel caso dei pazienti affetti da disfunzione erettile. L’evoluzione di questa tecnologia rappresenterà un passo avanti significativo nel trattamento delle malattie cardiovascolari, offrendo alternative ugualmente efficaci ed al tempo stesso più sicure per i pazienti di tutto il mondo.”