Hanno nomi come “Plastic Surgery Princess” o “Little Skin Doctor”; sono app rivolte ai bambini dai 9 anni in su in cui si gioca alla chirurgia estetica. Succede in Gran Bretagna, dove un report dell’autorevole fondazione Nuffield Council on Bioethics ha puntato il dito contro alcuni giochi on line, chiedendone la rimozione da internet. “Secondo gli esperti, questi giochi rischiano di aumentare l’ansia di apparire tra i teenager”, commenta il presidente della Federazione Italiana di Medicina Estetica, Raffaele Rauso. “Non solo: social come Facebook, Instagram e Snapchat bombardano ogni giorno i teenager con immagini irrealistiche, che spingono a ricercare una perfezione irrealizzabile e che possono dare un’idea distorta della realtà”.
Mentre in Gran Bretagna si invocano ora normative per vietare procedure di chirurgia e medicina estetica ai minori di 18 anni, nel nostro Paese è già stato fatto un passo avanti. “In Italia – spiega Rauso – esiste già una legge del 2012 che vieta di praticare interventi di chirurgia plastica a fine estetico sui minorenni: è possibile operare prima dei 18 anni solo se ci sono problematiche funzionali. Per la medicina estetica invece non c’è ancora una normativa: un sedicenne, con il consenso di entrambi genitori, può fare ad esempio un filler per rimpolpare le labbra o delle iniezioni di botulino.” Secondo uno studio, un giovane inglese su quattro oggi è preoccupato più del suo aspetto fisico che non della salute. Anche in Italia i giovani sono attentissimi al proprio aspetto: fare un selfie e ricevere molti “like” significa essere “apprezzati” e “benvoluti”, per questo apparire al meglio è importante, ma non bisogna esagerare. Gli adolescenti sono troppo influenzabili da fattori esterni e dalle mode del momento per pensare di sottoporli a cambiamenti, anche temporanei, del proprio aspetto. Bisogna ricordare che i trattamenti di medicina estetica, sebbene eseguiti in ambulatorio e con risultati transitori, sono pur sempre prestazione mediche. È importante sensibilizzare anche i genitori delle potenziali complicanze di questi interventi, che non bisogna sottovalutare. “Inoltre – conclude Rauso – è errato abituare i ragazzi a pensare che queste siano procedure normali: bisogna sempre contestualizzare tutto; qualsiasi pratica estetica, inoltre, è imprescindibile da una valutazione medica e per tutti questi motivi rivolgersi a professionisti seri e qualificati, capaci anche di dire di no di fronte ad alcune richieste, è fondamentale.”