
2 casi di peste suina sono state accertati nell’ovadese, in provincia di Alessandria, e una in particolare a Isola del Cantone, in provincia di Genova, al confine con il basso Piemonte. “Si tratta di un virus che si trasmette molto facilmente, ma che colpisce esclusivamente gli animali suini e i cinghiali”, spiega il responsabile del Servizio Veterinaria di Alisa, Roberto Moschi. “C’è l’assoluta necessità di interventi tempestivi e coordinati per arginare un’emergenza che non riguarda più soltanto le imprese agricole, danneggiate dei selvatici, ma che interessa tutta la popolazione”, commenta Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura Piemonte. “Ormai è un problema che, se non controllato, procurerà danni irreparabili per il nostro tessuto sociale, economico e produttivo.”
La peste suina africana non si trasmette all’uomo ma è spesso letale per gli animali; è altamente contagiosa e rappresenta dunque un rischio per gli allevamenti. Il virus può resistere per molto tempo anche nelle carni congelate e viene reso inattivo solo dalla cottura e da specifici disinfettanti. Per questo, l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ha attivato le “procedure d’emergenza” per delimitare la “zona infetta” e la “zona di sorveglianza”. L’area infetta individuata dal ministero della Salute e dalle Regioni Piemonte e Liguria coinvolge in tutto 78 Comuni, di cui 54 in Piemonte e 24 in Liguria. Si attende quindi un’ordinanza ministeriale in modo da “vietare sul territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie [e] innalzare al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone”.