
In occasione della Giornata Mondiale della Voce, Pino Insegno e il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio chiamano a raccolta i doppiatori italiani per adottare la campagna #unaparolapernemo del Centro Clinico NeMO: registreranno un vero e proprio archivio di messaggi che potrà essere utilizzato dai comunicatori elettronici delle persone che hanno perso la propria voce a causa della malattia. Continua così la campagna del NeMO che ha permesso di registrare già migliaia di parole, che vanno dalle dichiarazioni d’amore agli incitamenti per la propria squadra di calcio.
Tornare a parlare nonostante la malattia, con la stessa voce che anima, per esempio, Dustin Hoffman o Robert De Niro: sarà possibile grazie all’impegno dei doppiatori italiani. Infatti, in occasione della Giornata mondiale della voce, in programma il 16 aprile, Pino Insegno chiama a raccolta il mondo del doppiaggio italiano per adottare la campagna #unaparolapernemo del Centro Clinico NeMO, centro multidisciplinare ad alta specializzazione per il trattamento delle malattie neuromuscolari. Le voci dei grandi attori stranieri e dei cartoni animati registreranno un vero e proprio archivio di frasi e messaggi che potranno sostituire la voce metallica sintetizzata dei comunicatori elettronici, utilizzati delle persone che hanno perso la voce a causa della malattia. A oggi sono migliaia le parole pervenute, che vanno dai saluti ai messaggi d’amore, ai nomi di alcune squadre di calcio e, persino, ad alcune parolacce.
Le parole registrate da ciascun doppiatore saranno circa 3.600; si avvicineranno il più possibile ai bisogni e alle esigenze delle persone che vivono l’esperienza della malattia ma coglieranno anche gli usi, i costumi e i modi di dire più significativi che appartengono alla lingua italiana. Non solo, ogni paziente coinvolto potrà scegliere quei messaggi che sono più rappresentativi della sua personalità e dei suoi interessi: per esempio potrà far registrare i nomi dei propri cari o le affermazioni e le esclamazioni “tipiche e uniche” che lo contraddistinguono. Questo significa che ogni doppiatore professionista farà una vera e propria “adozione” nel tempo del processo di personalizzazione della banca della voce destinata a ogni paziente.
“Ho sempre amato prestare la mia voce per raccontare grandi storie attraverso i corpi di altri attori”, dice Pino Insegno, attore e doppiatore. “Grazie al progetto del centro clinico NeMO, potrò regalare la mia voce a chi l’ha persa a causa della malattia, per dargli la possibilità di tornare a comunicare con le persone care e, in fondo, a raccontare nuovamente una storia: la propria.”