Il soffritto non è dannoso e viene considerate elemento principe della dieta mediterranea. Ad assolvere il soffritto ci hanno pensato alcuni ricercatori della Facoltà di Farmacia e Scienze Alimentari dell’Università di Barcellona (UB), dal Centro di Ricerca Biomedica Fisiopatologia dell’Obesità e della Rete Nutrizionale (CIBEROBN) e dalla Ricerca Biomedica sulle Malattie del Diabete e delle Malattie Metaboliche Associate (CIBERDEM). Sembra infatti che quando il soffritto venga fatto con olio di oliva extravergine proprio questo tipo di cottura favorisca l’assorbimento e il rilascio di composti bioattivi di aglio e cipolla (ingredienti tradizionali), oltre che del pomodoro, quando viene aggiunto.
Obiettivo dello studio era di valutare l’effetto dell’olio extravergine di oliva nei composti bioattivi, nella cipolla, nell’aglio e nel pomodoro, ingredienti tradizionali del soffritto, una delle tecniche di cottura chiave nella dieta mediterranea. I dati raccolti mostrano che questo insieme di elementi ha quaranta composti fenolici diversi, un’alta quantità di carotenoidi e il suo consumo è associato a un miglioramento dei parametri di rischio cardiovascolare e della sensibilità all’insulina.
Dunque potremo dire che questo metodo di cottura è in grado di svolgere un ruolo rilevante negli effetti di miglioramento della salute della dieta mediterranea. Infatti, gli effetti sulla salute nella dieta mediterranea sono stati difficili da riprodurre nelle popolazioni non mediterranee, probabilmente, secondo i ricercatori, a causa delle differenze nelle pratiche culinarie. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Molecules.