
Sensibilizzare le Istituzioni sul tema dell’incontinenza, problematica che affligge 1 donna su 5 indipendentemente dall’età e il 50% della popolazione – uomini e donne – in età geriatrica, identificare i bisogni dei pazienti e fornire loro informazioni chiare e puntuali per affrontare un corretto percorso diagnostico-terapeutico, superando i pregiudizi che ancora spesso circondano questa condizione e alleviando il disagio psicologico ed emotivo di pazienti e familiari. Questi gli obiettivi di Fondazione Italiana Continenza FIC, che quest’anno celebra 20 anni di attività. Un importante traguardo è stato raggiunto a gennaio 2018, quando il documento Incontinenza Urinaria e Fecale. Aspetti Clinici, Strategici ed Organizzativi, prodotto dal Tavolo Tecnico Ministeriale per la Continenza, è stato recepito quale Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sancendo l’obbligo dell’istituzione in ogni Regione di una Rete di centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza e tutte le disfunzioni dell’area pelvica. Purtroppo, ad oggi, solo Piemonte, Lazio e Veneto dispongono di una Rete funzionante di Centri.
Proprio le diverse situazioni regionali che marcano le differenti modalità di approccio al tema incontinenza stanno imponendo alla Fondazione un impegno sempre forte e deciso a favore dei cittadini, lavorando perché venga attivato un nuovo Tavolo di lavoro ministeriale con l’obiettivo di controllare che effettivamente le Regioni, che ancora non abbiano provveduto, predispongano i Tavoli regionali per la realizzazione della Rete dei Centri. Per essere ancor più vicina ai pazienti, FIC ha istituito una task force composta dai propri referenti regionali in grado di seguire sul territorio la prevista costituzione delle Reti di primo, secondo e terzo livello per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria e fecale e la possibilità che esse dialoghino tra loro.
Nel corso degli anni, diversi studi e ricerche sono state promosse dalla Fondazione, come per esempio la ricerca sui costi dell’incontinenza urinaria femminile in Italia, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Studi Aziendali dell’Università di Roma Tre; l’indagine sulla gestione dell’incontinenza nell’anziano, condotta con la Fondazione ISTUD; o ancora l’organizzazione di corsi teorico-pratici, per soddisfare le esigenze di formazione e aggiornamento professionale di Medici di Medicina Generale e Urologi. A tale proposito, al fine di colmare la mancanza di un’offerta formativa dedicata e strutturata sull’urologia funzionale e sulla neuro-urologia – branca iper-specialistica dell’Urologia, che si occupa delle patologie disfunzionali genito-urinarie maschili e femminili – è stata intrapresa una collaborazione con l’Università degli Studi di Torino per il primo master di II livello in Italia, istituito dall’Ateneo piemontese per l’a.a. 2021-2022.
Importante anche l’attività di informazione e divulgazione per promuovere la consapevolezza sul tema dell’incontinenza e parlare del problema, rompendo i tabù che ancora sussistono e che spesso aumentano il senso di vergogna e rassegnazione di chi ne è affetto. Vanno in questa direzione l’organizzazione di incontri con la popolazione e la realizzazione di una serie di opuscoli divulgativi sulle varie forme di incontinenza e su consigli utili in termini di corrette abitudini alimentari e stili di vita da seguire.
“La Fondazione compie 20anni”, dichiara il presidente, Giulio Del Popolo. “Un lungo percorso che ha portato alla stesura, validazione e attivazione della rete dell’incontinenza in Piemonte, successivamente in Veneto e Lazio, e all’attivazione del Tavolo ministeriale per l’istituzione delle reti regionali; alla realizzazione di materiale educazionale per sensibilizzare i cittadini e di eventi formativi per gli operatori del settore, in particolare un corso annuale di Urologia Funzionale orientato sull’innovazione e sull’organizzazione dei servizi e corsi hands-on sull’urodinamica, esame essenziale nello studio dell’incontinenza. L’impegno continua nel sostenere l’introduzione della telemedicina nelle attività di monitoraggio a domicilio, strumento preziosissimo durante l’emergenza, l’attivazione di un Master per promuovere la next generation di operatori nell’ambito delle disfunzioni pelviche, la riattivazione del Tavolo ministeriale con valenza di monitoraggio e sostegno all’istituzione delle reti regionali, e la realizzazione di studi per ottimizzare risorse e percorsi di fruizione degli ausili urologici e colonproctoligici da parte dei cittadini. Sono gli obiettivi in itinere di una Fondazione attiva, in stretta collaborazione con le Istituzioni regionali e ministeriali, e proiettata all’innovazione tecnologica e a percorsi per il miglioramento della prevenzione e qualità di vita delle persone con disturbi pelvi-perineali.”