Inaugurato nei giorni scorsi, alla presenza del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il Clinical Research Center monotematico per lo studio della malattia di Parkinson, presso il presidio ospedaliero CTO, dell’ASST Pini/CTO, in via Bignami 1, a Milano, frutto di una collaborazione tra ASST Gaetano Pini-CTO, Fondazione Pezzoli e del Centro Parkinson e Parkinsonismi. “La Fondazione ha finanziato l’acquisto di tutti i dispositivi dei laboratori di ricerca che consentono di curare e prendere in carico i pazienti di grande complessità, provenienti da tutta Italia”, dichiara Fontana. “Una scelta che sarà senza dubbio ripagata, perché i percorsi clinici personalizzati sono possibili solo grazie al progresso scientifico. Ancora una volta – afferma – il modello lombardo di collaborazione tra pubblico e privato risulta vincente anche per la funzione strategica di ricerca monotematica, come quella sul Parkinson. E il Pini-CTO, con la numerosità dei casi trattati (una banca dati di 40mila pazienti) consente sia di trattare la patologia che di indagare, in funzione preventiva, i fattori di rischio e produrre utili studi clinici comparativi. Le patologie neurodegenerative hanno un costo elevato per i Sistemi sanitari, concentrarsi su prevenzione e fattori di rischio, è aspetto di grande rilevanza.”
“La nascita del Centro testimonia il successo della collaborazione tra pubblico e privato per una causa fondamentale: garantire ai pazienti affetti da malattia di Parkinson che afferiscono al Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’ASST un luogo di cura che fonda assistenza clinica, ricerca e innovazione tecnologica d’avanguardia”, dichiara Paola Lattuada, direttore generale di ASST Gaetano Pini-CTO. “In questa importante Giornata, che rientra nelle celebrazioni per il 150° della fondazione dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini, desidero ringraziare in particolare il presidente Fontana che è sempre attento alle istanze del mondo sanitario, il prof. Pezzoli e il prof. Isaias, per aver reso possibile questo nuovo progetto, che aggiunge un tassello significativo all’offerta del presidio ospedaliero CTO, centro di eccellenza a livello regionale e nazionale, e nel quadro complessivo della nostra sanità pubblica.”
“Le attività del Centro di Ricerca Clinica consentiranno di fare simulazioni individuali sull’efficacia prevista di particolari interventi e il loro impatto preventivo sullo sviluppo di complicanze”, afferma il Pezzoli, presidente della Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson, ex Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson. “Consentirà, inoltre, un benchmarking individualizzato per il paziente, per valutare e comprendere lo stato individuale della malattia nel suo percorso, per l’operatore sanitario, per controllare la qualità e l’efficacia del paradigma terapeutico scelto e, per la società, per garantire la migliore assistenza medica ai suoi cittadini parkinsoniani e valutarne l’impatto in termini di ritorno degli investimenti.”
L’acquisto di tutte le apparecchiature presenti all’interno dei Laboratori di Ricerca del Centro, dai sensori indossabili per il monitoraggio al domicilio alla strumentazione per l’analisi cinematica del cammino, dai dispositivi per lo studio della disautonomia a quelli per le registrazioni elettroencefalografiche ad alta intensità, è stato reso possibile anche grazie al finanziamento della Fondazione Pezzoli per la Malattia di Parkinson. “Le ricadute maggiori dell’attività scientifica del Centro di Ricerca Clinica riguarderanno la comprensione dei meccanismi eziopatologici della malattia di Parkinson e Io sviluppo di nuovi approcci di medicina di precisione, un potenziamento ulteriore delle attività del Centro Parkinson e Parkinsonismi, che da oltre 30 anni, rappresenta un’eccellenza lombarda nel panorama internazionale per Io studio e la cura della malattia di Parkinson e dei disturbi del movimento, con un numero di pazienti gestiti superiore a 40mila”, afferma il prof. Ioannis Ugo Isaias, direttore del Centro Parkinson e Parkinsonismi.
“[L’obiettivo] è garantire una personalizzazione delle cure e una digitalizzazione dei processi decisionali terapeutici e di monitoraggio per una concreta presa in carico delle esigenze del singolo paziente nel suo contesto familiare e sociale in tutte le fasi della malattia [fornendo] opzioni terapeutiche nuove, più precise e personalizzate (geniche, farmacologiche infusionali, o di neuromodulazione) per garantire la migliore qualità di vita possibile e sperare in un rallentamento dei sintomi o in una cura.”
La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa multisistemica caratterizzata da una combinazione di sintomi motori, come rallentamento motorio, rigidità e tremore, e sintomi non motori. Questi comprendono una serie di disfunzioni cognitive (demenza), neuropsichiatriche (depressione, ansia, psicosi), del sonno, autonomiche e sensoriali (ipotensione ortostatica, urgenza minzionale, stipsi, dolore), con grande impatto sulla qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. La prevalenza della malattia di Parkinson è aumentata del +155% dal 1990, ed è in continua crescita.