Denominato Nap, il progetto di ricerca coordinato dall’Università di Pisa prenderà il via il 1° marzo 2023 e prevede, entro il 2026, la diagnosi precoce del morbo di Parkinson prima che si manifestino i tremori tipici della patologia, grazie a uno studio personalizzato del sonno. Il progetto Nap ha come obiettivo quello di utilizzare, per la prima volta in questo particolare campo di indagine, degli organoidi cerebrali, ossia dei modelli cellulari tridimensionali avanzati del cervello umano. “Riuscire a individuare per tempo il morbo di Parkinson, anche prima che inizino i tremori tipici, è fondamentale per controllare la malattia, gestirne l’evoluzione e garantire al paziente una miglior qualità della vita”, dichiara Chiara Magliaro, ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e il Centro di Ricerca E. Piaggio, responsabile del progetto. “Con la tecnologia che intendiamo sviluppare grazie al progetto Nap, sarà possibile farlo in maniera personalizzata. A differenza delle classiche tecniche di diagnosi, quella che stiamo approntando non è invasiva e permetterà di individuare il morbo di Parkinson attraverso screening precoci e di capire la predisposizione o meno di un soggetto a questa malattia che, come altre di tipo neurodegenerativo, ha un’incidenza crescente in una società come la nostra, che invecchia sempre di più.”
Il progetto Nap coinvolge un consorzio internazionale multidisciplinare, con competenze che spaziano dall’ingegneria biomedica alle biotecnologie. Coordinato dall’Università di Pisa, ne fanno parte altri 2 enti di ricerca (Università di Friburgo e Università di Amsterdam) e 3 imprese (Organotherapeutics Gmbh, Lussemburgo; Atlas Neuroengineering, Belgio; SleepActa, spin-off dell’Università di Pisa). Lo studio è finanziato con 3milioni di euro dal Programma per la Ricerca e l’Innovazione dell’Unione Europea Horizon Europe, di cui 800mila destinati all’Ateneo pisano.