
Si tratta di un palloncino unico nel suo genere, che ha rivoluzionato il trattamento dei pazienti affetti da Fibrillazione Atriale (FA), il disturbo del ritmo cardiaco più diffuso. Una patologia dovuta al tremolio (o fibrillazione) delle due camere superiori (atri) del cuore e che affligge circa 33milioni di persone nel mondo, 4,5milioni nell’Unione Europea e che porta i pazienti a un senso di affaticamento e malessere, aumentando la mortalità e, fino a 5 volte, il rischio di ictus. Oggi i trattamenti disponibili sono in grado di ridurre i sintomi e le complicanze. Le linee guida per la gestione della patologia consigliano di sottoporsi a un trattamento tempestivo, al fine di migliorare la qualità della vita e aumentarne l’aspettativa. Il criopallone, di Medtronic, compie 10 anni. L’azienda celebra così il primo decennio della terapia crioablativa, che ha rivoluzionato il trattamento della fibrillazione atriale e ha permesso di trattare in modo sicuro e efficace più di 500mila pazienti nel mondo, di cui oltre 12mila in Italia.
La Fibrillazione Atriale può essere infatti trattata sia con terapia farmacologica, sia mediante ablazione transcatetere, che mira ad isolare elettricamente le vene polmonari, causa principe dell’aritmia cardiaca. Ad oggi le 2 forme di energia più utilizzate per l’ablazione transcatetere sono la radiofrequenza e la crioablazione con criopallone. L’ablazione transcatetere a radiofrequenza prevede l’utilizzo del catetere per effettuare delle bruciature che determinano la necrosi cellulare tramite il passaggio di corrente che esce dall’elettrodo del catetere. La crioablazione, invece, utilizza il freddo per creare la necrosi del tessuto cardiaco malato, pur mantenendo inalterate le altre strutture. La crioenergia utilizzata nella famiglia di cateteri Arctic FrontTM semplifica l’intervento di ablazione transcatetere per il trattamento della FA, riducendo significativamente le ospedalizzazioni e la necessità di re-intervento. Un ulteriore vantaggio, rispetto all’impiego della radiofrequenza, è rappresentato da una maggiore rapidità della procedura e una migliore tollerabilità per il paziente, pur mantenendo la medesima efficacia e sicurezza.