Bere
poca acqua può alterare le capacità di memorizzazione
(memoria uditiva e memoria a breve termine) e la
concentrazione visiva. E’ quindi consigliabile, in
previsione della riapertura delle scuole, idratarsi
correttamente per non intaccare le performance
scolastiche.
È la considerazione a cui sono giunti gli esperti
dell’Osservatorio Sanpellegrino attraverso l’analisi di
alcuni studi internazionali che hanno valutato l’effetto
della cattiva idratazione sulle performance mentali
degli studenti.
“E’ risaputo che l’acqua è la principale componente
del corpo umano e che mantenere una corretta idratazione
è fondamentale per garantire il funzionamento fisico e
cognitivo ottimale del nostro organismo – spiega
Alessandro Zanasi esperto dell’Osservatorio
Sanpellegrino, Docente presso l’Università di Bologna -
Non sempre però l’apporto di acqua è sufficiente a
bilanciarne le naturali perdite, con il rischio di
compromettere alcune funzioni fisiologiche e il
benessere generale. Questa tesi è ancor più valida nei
bambini e nei ragazzi, più esposti al rischio di
disidratazione a causa di un metabolismo energetico più
elevato di quello degli adulti, di un differente sistema
di regolazione della temperatura corporea, soprattutto
se praticano sport, e della cattiva abitudine a non bere
abbastanza”.
Alcuni studi realizzati nelle scuole di diversi Paesi
mostrano, infatti, che oltre i 2/3 degli studenti non
beve a sufficienza e risulta non correttamente idratato;
una ricerca realizzata in Sardegna ha rivelato che l'83%
dei bambini ha una osmolarità urinaria (la
concentrazione di sostanze disciolte nelle urine, indice
del livello di idratazione) misurata al mattino,
superiore a 800* mOsm/L.
Uno studio analogo realizzato in Israele ha rivelato che
il 63% dei bambini non è bene idratato, dato analogo a
quello emerso da un campione di 558 bambini americani di
età compresa tra 9-11 anni.
“La disidratazione potrebbe essere spiegata con il
fatto di non bere acqua al mattino prima di andare a
scuola, anche se si fa colazione – continua
Zanasi – Per questo è importante abituare i
bambini sin dalla più tenera età a rispondere al bisogno
di idratarsi bevendo regolarmente piccole quantità di
acqua prima che si manifesti la sete; una buona
abitudine potrebbe essere quella di portare sempre con
se una bottiglietta d’acqua, anche a scuola.”
Quali sono le conseguenze per il cervello?
Insonnia, bocca secca, affaticamento, debolezza
muscolare, mal di testa, vertigini o capogiri, sono i
primi segnali che identificano una disidratazione lieve
o moderata (<2% del peso corporeo), indice della
richiesta di acqua da parte dell’organismo.
Negli adulti, è stato dimostrato che la disidratazione
può compromettere in modo significativo le funzioni
cognitive: attenzione, concentrazione, memoria a breve
termine.
Nei bambini l’idratazione non sufficiente può
influenzare le prestazioni intellettive.
Uno studio svolto su 51 studenti (10-12 anni) ha
dimostrato che la “mancanza d’acqua” altera la memoria
uditiva, la concentrazione visiva e la memoria a breve
termine.
Più di recente, altri studi condotti in Gran Bretagna
hanno messo a confronto due gruppi di studenti, uno dei
quali riceveva acqua 20-45 minuti prima di svolgere i
test cognitivi. Dallo studio è emerso che una fornitura
supplementare di acqua ha un effetto positivo sulla
memoria,sull’attenzione visiva e nella ricerca visiva.
Non bere a sufficienza può inoltre ridurre la materia
grigia, rendendo più difficile ragionare; è quanto
dimostrato da una recentissima ricerca, realizzata da un
team di ricercatori britannici del King’s College di
Londra. La disidratazione, secondo lo studio condotto su
alcuni adolescenti, ha conseguenze non soltanto sulle
dimensioni del cervello ma anche sul suo modo di
lavorare. Risulta sufficiente la perdita di 1 litro di
liquidi, quantità che si raggiunge con 90 minuti di
sudorazione costante, per ridurre il cervello quanto
basta a mandarlo in tilt.
Quanta acqua bere?
Nei bambini così come negli adulti il bisogno di acqua
varia a seconda dell’età, del sesso, della temperatura
esterna e del grado di attività fisica. In generale un
bambino tra i 4 e gli 8 anni che vive in un clima
temperato ha bisogno di bere 1,1 litri di acqua al
giorno mentre tra i 9 ed i 13 anni sono consigliati 1,5
litri di acqua per i ragazzi e 1,3 litri per le ragazze.
“Oltre alla sua funzione primaria di idratare,
l'acqua, quando si tratta di un minerale naturale
calcica può anche essere una fonte importante di calcio
– osserva Zanasi - Nei bambini il calcio è
necessario per la formazione della massa ossea. È quindi
importante assicurare un’adeguata assunzione di questo
minerale sin dalla più tenera età al fine di ridurre
eventuali rischi di fratture dovute alla fragilità
ossea. Se i prodotti lattiero-casearii sono la
principale fonte di calcio, le acque minerali naturali
possono fornirne una preziosa integrazione. Secondo uno
studio pubblicato sull’American Journal of Clinical
Nutrition, infatti, la capacità del calcio contenuto
nell’acqua di essere assorbito a livello intestinale ed
utilizzato da tessuti ed organi è pari a quella del
calcio contenuto nel latte. Per i bambini tra i 7 e i 9
anni, quindi, il consumo di 1 litro al giorno di acque
naturali ad alto contenuto di calcio può coprire più del
50% del fabbisogno nutrizionale raccomandato.”