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Lotta Senza Tregua ai Fumatori Aldo Franco De Rose - aldofrancoderose@clicmedicina.it |
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La lotta ai fumatori diventa sempre più serrata , ma il loro numero, stando a recenti dati dell’Organizzazione della Sanità,è in aumento. Ma per tutelare i non fumatori dal fumo passivo, recentemente i NAS hanno effettuato un nuovo monitoraggio sul rispetto del “divieto di fumare in determinati locali”, secondo la normativa vigente (Legge 584/1975). In tre giorni, sono state effettuate 493 ispezioni, di cui 73 nell’Italia del Nord, 204 al Centro e 216 al Sud. Sono state accertate 96 infrazioni e altrettante persone sono state segnalate alle competenti autorità giudiziarie, sanitarie e amministrative. Come nei controlli precedenti, la maggior parte delle ispezioni è stata effettuata negli ospedali (177) o nelle altre strutture sanitarie (64). Ma i Nas hanno eseguito monitoraggi anche in uffici postali (108), sale di attesa di aeroporti e porti (35), sale corse (31), biblioteche (22), musei (20), cinema e teatri (19), metropolitane (14), sale da ballo (3). I Nas hanno colto a fumare “nei luoghi non consentiti dalla legge” 80 persone, di cui 38 negli ospedali e 21 nelle sale di attesa degli aeroporti, mentre 16 responsabili sono stati segnalati per aver omesso “di curare l’osservanza del divieto esponendo in posizione visibile i cartelli”, di questi 7 negli ospedali e 3 in altre strutture sanitarie. Non sono state accertate infrazioni per aver fumato in presenza di donne in gravidanza o bambini né per impianti di condizionamento non funzionanti o non efficienti. Soltanto un’infrazione è stata segnalata negli uffici postali e nessuna in sale da ballo e musei. I dati degli ospedali divisi per zone geografiche mostrano inoltre che nel Nord Italia soltanto una persona ha infranto il divieto di fumare a fronte di 44 controlli; si sale di poco al Centro con 4 infrazioni su 54 ispezioni; al Sud si registrano invece 33 infrazioni con 79 visite dei Nas. Convincere una persona a smettere di fumare è sempre stata una impresa ardua: sino ad oggi ha fallito lo spauracchio del cancro, delle malattie cardiovascolari e, per ultimo, quello dell’insufficienza respiratoria. Da qualche mese, con sicurezza, si potrebbero aggiungere almeno altre tre valide argomentazioni: l’impotenza sessuale maschile, le carie ai denti e la cataratta.
L’amore va in fumo E' quanto emerge da un recente studio comparso su Preventive Medicine dal titolo “The link between smoking and impotence: two decades of evidence” (Relazione tra fumo ed impotenza: 20 anni di osservazione) ad opera di un gruppo californiano di Irvine,che ha esaminato ben 19 lavori scientifici eseguiti in America negli ultimi venti anni e le cui conclusioni raccomandano appunto di “smettete di fumare altrimenti si rischia di diventare impotenti”. Il lavoro scientifico, per ciascun articolo, ha valutato il numero totale di soggetti impotenti della popolazione generale di 13 stati degli USA tra i fumatori e non fumatori la cui età variava dai 18 agli 85 anni. Sei dei 19 articoli esaminati hanno evidenziato che la percentuale di fumatori era maggiore tra gli uomini impotenti rispetto ai gruppi di uomini non fumatori ma aventi le stesse caratteristiche per quanto riguarda l’età, appartenenza geografica e stato di salute. Dall’analisi dei risultati di tutti i 19 studi, i metodi statistici utilizzati dagli studiosi americani, hanno rivelato una differenza statisticamente significativa del 12.4% di incidenza in più dell’impotenza negli uomini fumatori rispetto ai non fumatori. In particolare è stato osservato che la percentuale dell’impotenza nei fumatori era del 40.1%, mentre nella popolazione generale il disturbo erettivo era presente solo nel 27.7%. Sino ad oggi, pur considerando il fumo un fattore di rischio per il deficit erettivo, tale correlazione era stata sempre dubbia. Infatti alcuni lavori avevano accertato che la percentuale di impotenza tra i fumatori era in media dell’ 11% mentre nella categoria dei non fumatori tale la percentuale raggiungeva appena il 9.3%. Altri studi della metà degli anni novanta avevano messo già in relazione il fumo e l’impotenza ma solo in certe categorie di uomini. In particolare era stato visto che, nei soggetti con disturbi cardiovascolari il disturbo erettivo era pari al 56% per i fumatori rispetto al 21% dei non fumatori. Analoghi risultati erano stati osservati nei soggetti ipertesi dove l’incidenza del deficit erettivo era del 20% rispetto a quelli ipertesi ma non fumatori che era del 12%. Quindi fumatori attenti: oltre al rischio cardiovascolare e respiratorio, oltre al fondato sospetto per il tumore del polmone, della vescica ecc., colui che fuma rischia realmente di diventare impotente. Ma il problema, secondo alcune recenti indagini, non riguarderebbe solo gli uomini ma anche le donne: durante il Congresso ESSIR (Società Europea dell’Impotenza) di Roma è stato ribadito che il fumo rappresenta anche un serio fattore di rischio per i disturbi sessuali femminili , soprattutto quando alla base di queste difficoltà ci sono alterazioni vascolari. Ed a questo riguardo altri studi sono stati promossi in varie parti del mondo.
I denti si Cariano Alcuni ricercatori americani di Rokester hanno evidenziato un numero crescente di carie in bambini esposti al fumo passivo. Nei fumatori di 30 sigarette al di aumentano le malattie alla bocca. A parte l’aumentata incidenza dei tumori del cavo orale si hanno spesso gengivite e malattie parodontale. MA l’ inconveniente più fastidioso è sicuramente l’alitosi per la presenta di placca e tartaro. Questo ultimo si localizza dapprima nella porzione posteriore del dente, poi nello spazio interdentale e successivamente sulla porzione anteriore sino al completo annerimento. Secondo gli esperti, anche chi si sottopone ad impianto dovrebbe ridurre a non più di 3-5 sigarette le sue abitudini se vuole salvaguardare il lavoro del dentista. Sembra infatti che la nicotina influenzi negativamente il cavo orale e quindi l’impianto alterando l’irrorazione sanguigna delle gengive.
La vista si annebbia Smettere
di fumare può aiutare a conservare nel tempo la trasparenza del
cristallino e quindi a evitare l’intervento di cataratta. Lo dimostra
uno studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dalla
ricercatrice statunitense June Weintraub, della Harvard School of Public
Health di Boston, Massachusetts, che spiega: «E’ noto da tempo che il
fumo aumenta il rischio di sviluppare la cataratta in età senile, ma non
era altrettanto chiaro se smettere fosse di una qualche utilità per la
trasparenza del cristallino». |
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