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Spesso il mobbing è attuato in ambiente di lavoro e per questo si parla addirittura di violenza psicologica. Esso implica la presenza di un aggressore (mobber), di una vittima (il lavoratore aggredito) e di possibili spettatori ( i colleghi di lavoro). È una forma di maltrattamento psicologico deliberato che avviene con una frequenza elevata e per periodi di tempo protratti, da parte di un superiore (mobbing verticale) o di uno o più colleghi (mobbing orizzontale), che ambiscono ad un controllo sul bersaglio o addirittura alla sua distruzione. Implica sempre una strategia attuata, ma non dichiarata da parte del mobber. Gli ambienti lavorativi sono molti ma soprattutto pubblici: uffici, grosse aziende ma anche ospedali , giornali e televisioni. Ma sembra che il maggior numero di vittime sia presente soprattutto tra la classe medica ospedaliera (o universitaria) e specialmente in campo chirurgico. Il cambio di un primario, di un direttore di cattedra determina spesso degli stravolgimenti lavorativi per cui più di uno, viene messo da parte. Una persona che in quel momento diventa il tuo capo, indebitamente, si appropria del diritto di non farti più lavorare, di non farti esercitare la professione nell’ambiente lavorativo che dirige ma che non è il suo. Addio sogni di una vita di studio. Tutto questo è peggiore di un sistema mafioso che supera anche la richiesta continua di “ mazzette”. Con la richiesta di soldi si determina la chiusura dell’esercizio commerciale, con l’impedimento dell’attività lavorativa e della professione, per cui uno ha lavorato una vita, si provoca l’annientamento della persona umana sotto il profilo psichico e qualche volta anche fisico. E quando il mobbing si impadronisce e si accanisce contro una persona inizialmente si sopporta un anno, due, si continua a sperare….poi muore anche la speranza… ma, per fortuna, qualche timida reazione comincia a registrarsi: da poco tempo sono arrivate le prime reazioni e quindi anche le prime sentenze a favore dei mobbizzati con tangibili risarcimenti. Ma noi crediamo che tutto questo non basti. Noi crediamo infatti che , quando il mobbing venga accertato, il risarcimento economico, anche se importante, debba essere accompagnato dalla sostituzione e quindi dal licenziamento da tutti i luoghi lavorativi del capo di quel dipendente che ha determinato, attraverso gli abusi del proprio potere, di una struttura che amministra ma sua non è, numerose e continuative sofferenze psicologiche. E concordiamo con una nota del ministero della salute (www.ministerosalute.it), secondo cui “ l’unica vera arma a disposizione contro il mobbing rimane la prevenzione e la necessità di far emergere un sentimento di “condanna sociale “ nei confronti degli autori di tali azioni”. La parola mobbing deriva dall’inglese “to mob” e significa assalire, attaccare, accalcarsi intorno a qualcuno. Colui che lo determina non può rimanere impunito. Ecco perché il risarcimento non basta. |
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