Genova Anno V - n°28 - 03.04.2007 Pagine Nazionali

del 19/04/2007

 

Fecondazione: allarme boom turismo procreativo


clicMedicina - redazione@clicmedicina.it

Quadruplicato il numero di coppie che emigrano per avere un figlio tra spese, rischi e insicurezza


“Turismo procreativo”, una metafora amara per descrivere i viaggi ormai sempre più frequenti di coppie italiane all’estero per affidarsi a tecniche riproduttive, proibite in Italia dalla legge 40, come il congelamento degli embrioni, la fecondazione di un numero non limitato di ovociti in coltura, la fecondazione eterologa e la diagnosi preimpianto.

Il Centro Artes di Torino, struttura medica specializzata nella diagnosi e nel trattamento della sterilità di coppia, nella riproduzione assistita e nella chirurgia endoscopica, lancia l’allarme sulla base dei dati emersi dalle ultime ricerche sul tema (Fonti: Osservatorio sul Turismo Procreativo, CECOS – Centro Studi Conservazione Ovociti e Sperma umani, Eurispes).

Il turismo procreativo è in crescita del 200%. E’, infatti, quadruplicato il numero delle coppie che, con la speranza di concepire un figlio, si sono recate all'estero dopo l'approvazione della Legge 40 del 19 Febbraio 2004 sulla procreazione assistita. Prima dell'approvazione della legge erano 1066 ed oggi sono 4.173 (Fonte: Osservatorio sul Turismo Procreativo).

“Si tratta di dati preoccupanti – sottolinea Alessandro Di Gregorio, Direttore del Centro Artes che opera nel campo della Fecondazione Assistita dal 1982 – ma è l’inevitabile epilogo di una situazione degenerata alla base. La Legge 40 blocca di fatto lo sviluppo della medicina ed impedisce alle coppie che trovano difficoltà nel concepimento di sognare, di sperare ancora. Allora emigrano all’estero, spendendo molti soldi e rischiando di finire in centri poco professionali”.

Meta preferita è la Spagna dove si registra un vero e proprio boom di italiani che favoriscono un grande business dove è attivo un fiorente mercato di gameti, peraltro a pagamento. Le coppie che vi si recano sono passate da 60 (prima della Legge 40) a 1.365.
La Svizzera viene preferita dal 32% del totale delle coppie per la sua vicinanza e per la lingua in comune con la nostra. Gli italiani vanno soprattutto nei centri del Canton Ticino, raramente in zona francese e tedesca. In questo paese non si esegue l'ovodonazione in quanto vietata, è in esame una legge diagnosi reimpianto e i donatori di sperma sempre meno disponibili per l'obbligo di rintracciabilità, ma resta il fascino del mito delle cliniche svizzere.

Altri paesi prescelti sono la Francia, a Nizza, il numero delle coppie italiane (proveniente quasi esclusivamente dalla zona ligure) è stazionario attorno al 5% e il Belgio, dove dopo la Legge 40 le coppie che si sono recate a Bruxelles sono passate da 204 a 775.

Minore il numero delle coppie che si dirigono in Gran Bretagna, anche a causa del cambio sfavorevole con la sterlina. Nei 4 centri londinesi contattati dall’Osservatorio sul Turismo Procreativo le coppie italiane sono comunque aumentate.
Altro riferimento di eccellenza, gli USA, dove in media tre coppie al mese di italiani si recano alla Cornell University ed era così anche prima della Legge 40. Ad Harvard invece il numero è raddoppiato.

I paesi dell’Europa dell’Est stanno diventando meta per chi vuole spendere meno come accade in Repubblica Ceca dove l’affluenza degli italiani è aumentata: da 22 a 500 coppie.
Il 10% delle coppie si dirige in Slovenia soprattutto per la vicina area di Trieste.
In Grecia in un noto centro di Salonicco le coppie italiane, assenti prima della Legge 40, ora sono il 12% del totale.
Si è registrato un aumento del 20% di italiani anche in Austria. A Salisburgo funziona un nuovo centro che partecipa a un network formato da vari paesi europei. Per la diagnosi preimpianto la rete si appoggia a una struttura a Chicago. Si fa la fecondazione eterologa, ossia con donazione di gameti: ovociti e seme.
Infine in Turchia in un ospedale pubblico di Istanbul le coppie italiane sfiorano il 20% del totale e il paese permette la diagnosi preimpianto.
Numerose richieste si registrano anche a Cipro dove stanno giungendo i primi pazienti dal nostro paese.

“Il tema della fecondazione assistita rimane escluso dai più importanti confronti politici. Eppure le dimensioni del fenomeno sono importanti - continua Alessandro Di Gregorio, il ginecologo che nel 1999 ha ottenuto per la prima volta in Europa una gravidanza a termine tramite trasferimento di citoplasma - Il registro nazionale ha calcolato all’incirca 30.000 nuove coppie ogni anno che si rivolgono alle tecniche di fecondazione assistita di II livello. Oggi, grazie alla legge 40, almeno 15.000-16.000 coppie si rivolgono all’estero, con una spesa media di 8000 euro per ciclo”.

Ma quali sono i trattamenti più richiesti e i relativi costi?
Secondo l’Osservatorio sul Turismo Procreativo, al primo posto le ovodonazioni per 7.000 euro, seguite dalla fecondazione in vitro ed embryo transfer (Fivet). Attraverso la tecnica Fivet, la fecondazione avviene in vitro, mettendo alcuni ovociti a contatto con gli spermatozoi. La legge 40 ha stabilito che non devono essere più di tre, e gli embrioni ottenuti devono venire tutti trasferiti. I costi si aggirano dai 5.000 euro per una Fivet semplice in Europa ai 30.000 per una Fivet con donazione negli USA.

Un’altra tecnica molto usata è la diagnosi genetica preimpianto, metodologia che serve a identificare l’eventuale presenza di malattie genetiche nell’embrione generato in vitro da coppie ad alto rischio riproduttivo, prima dell’impianto in utero. I costi per questa diagnosi vanno dai 1.500 euro in Europa alle 7.500 Sterline in Gran Bretagna.
Per quanto riguarda l’inseminazione intracitoplasmatica dello sperma (Icsi), tecnica con la quale lo spermatozoo è iniettato direttamente nell’ovocita sempre in vitro, servono dai 5.500 euro in Europa ai 10.000 negli USA.

In Italia i costi sono paragonabili a questi, ma all’estero bisogna aggiungere le spese dei farmaci, gli eventuali imprevisti e, ovviamente, il viaggio e il soggiorno in un albergo prima e dopo ogni ciclo di fecondazione. Per non parlare dei costi di servizi non richiesti e non necessari.

“Succede con la diagnosi preimpianto – conclude Alessandro Di Gregorio - spesso consigliata senza che le coppie capiscano bene quale sia l’utilità. Il rischio di andare all’estero è che la scelta cada, per chi ha limitazioni economiche, sui centri più a buon mercato che non offrono garanzie tecniche e non sono sottoposte a controlli. Ci vorrebbero una volontà e un impegno politico maggiori per modificare una legge del tutto dannosa”.

Fonte: ARTES


   






  

 


Queste pagine sfruttano standard di programmazione avanzata , sebbene i contenuti sono visibili con tutti i browser, una grafica più piacevole è ottenibile con un browser attuale. Se leggete questo messaggio, avete salvato la pagina sul Vs. disco, oppure siete in Internet con un browser non attuale. Se lo desiderate potete scaricare gratuitamente un browser standard attuale adatto alla Vs. piattaforma dal sito http://webstandards.org/act/campaign/buc/

Stampa ottimizzata con standard avanzati