Oncologia medica. “A Napoli un progetto in 5 tappe per migliorare i percorsi di cura dei pazienti oncologici”

Informare i pazienti, formare i curanti, coinvolgere i malati nel percorso di cura e supportarli durante il periodo delle terapie. Questi i punti chiave di un progetto pilota del Dipartimento di Malattie Onco-Ematologiche, Anatomia Patologica e Malattie Reumatiche dell’AOU Federico II a favore dei pazienti oncologici. Le prime a essere coinvolte saranno le donne colpite da un tumore al seno, per arrivare poi a tutti i pazienti oncologici. Avranno accesso ad un canale di comunicazione via app continuo con i medici che seguono gli aspetti clinici e l’andamento del trattamento. A tale scopo, sarà creato un supporto digitale H12 che attivi in tempo reale un contatto diretto in caso di effetti collaterali durante il periodo delle terapie e altre problematiche cliniche. La procedura prevederà una comunicazione via messaggio presidiata dal medico con un turno di 12 ore ed infine l’attivazione dell’iter per la soluzione del problema. Il progetto sarà presentato nei prossimi giorni dal Comitato Scientifico, composto dai proff. Roberto Bianco, Grazia Arpino, Mario Giuliano, Camine De Angelis, Sabino De Placido, e dai dottorandi Pietro De Placido e Erica Pietroluongo, coordinatori dell’iniziativa. Presso l’Aula Magna della Facoltà di Biotecnologie, interverranno il direttore generale dell’AOU Federico II, Giuseppe Longo, e la direttrice sanitaria, Anna Borrelli. Il programma si svolge in collaborazione con diverse Associazioni di pazienti, tra qui la Federazione Italiana Volontari Ospedalieri Favo; Salute Donna onlus, Europa Donna Italia, CittadinanzAttiva, Fondazione Mutagens e Associazione per la Lotta alle Neoplasie Ereditarie aBRCAdabra. Oltre all’attivazione del sistema di supporto continuo H12 durante il percorso di diagnosi e cura, il progetto mira “a informare il personale sanitario su innovazioni diagnostiche e terapeutiche, sulla base dei princìpi di real-world evidence, big data ed intelligenza artificiale, a coinvolgere operatori e pazienti nei Percorsi Diagnostici e Terapeutici Assistenziali (PDTA) e nell’iter alla base degli studi clinici per avere una partecipazione attiva e consapevole alle varie fasi del percorso di diagnosi e cura”.