Nuovo test per gli spermatozoi

Nell’ambito dell’infertilità di coppia, molto spesso (50% circa dei casi) la “colpa” ricade sul maschio e in particolare sui suoi spermatozoi che risultano lenti, poco vitali e quindi, per svariate e molteplici ragioni, privi di parte della capacità di fecondare la cellula uovo. E allora, cosa fare quando la propria compagna, nonostante i tentativi che vanno avanti da oltre un anno, non rimane ancora incinta? Il primo passo è recarsi in laboratorio per eseguire l’esame del liquido seminale, che solo di recente si è arricchito di un nuovo test. Gli attuali criteri diagnostici utilizzati per la valutazione del liquido seminale, indicati nelle linee guida WHO, si basano principalmente su volume del seme, numero totale degli spermatozoi, concentrazione degli spermatozoi, motilità totale, morfologia spermatica e viscosità, con una preferenza assegnata sempre al numero totale degli spermatozoi. Tuttavia, diversi studi scientifici hanno dimostrato che il potenziale di membrana mitocondriale è un parametro importante che andrebbe considerato per una valutazione completa della qualità seminale. Infatti, un alto potenziale di membrana mitocondriale è direttamente correlato a una maggiore capacità fertilizzante e a una più alta probabilità di ottenere embrioni di ottima qualità. L’ANDROSITOL® TEST è una metodica diagnostica innovativa che ha come obiettivo principale proprio quello di completare il dato analitico ottenuto attraverso il classico spermiogramma. Grazie a questo test, è possibile determinare il potenziale di membrana mitocondriale attraverso l’analisi della variazione della motilità progressiva degli spermatozoi dopo stimolazione con myo-inositolo. Questa molecola, naturalmente presente in alte concentrazioni a livello testicolare, è di fondamentale importanza per una corretta maturazione e quindi per uno sviluppo migliore del seme.

“Studi scientifici hanno dimostrato come carenze fisiologiche di myo-inositolo siano responsabili di una scarsa motilità spermazoaria, di un peggioramento del fluido seminale e di conseguenza di una ridotta capacità fertilizzante” dichiara il dott. Vittorio Unfer, ginecologo ideatore del test. Patologie come il criptorchidismo, ad esempio, caratterizzate dalla mancata produzione di myo-inositolo nel testicolo, presentano tubuli seminiferi privi di cellule germinali e cellule del Sertoli anomale. “Grazie all’ANDROSITOL® TEST è quindi possibile valutare lo stato energetico del seme e indirettamente ottenere un’indicazione sul potenziale di membrana mitocondriale degli spermatozoi, completando in maniera qualitativa le informazioni derivanti dallo spermiogramma standard. Il principio di questo test – conclude Unfer – è quello di stimolare gli spermatozoi con il myo-inositolo per valutare successivamente la variazione della motilità progressiva rispetto al campione non trattato; un aumento percentuale della motilità progressiva del seme dopo trattamento evidenzia una carenza fisiologica di myo-inositolo e conseguentemente con un peggior stato ‘di salute’ degli spermatozoi in analisi.”

Dopo aver effettuato l’ANDROSITOL® TEST è possibile quindi identificare 3 classi di seme in funzione della loro motilità progressiva: Low Responder, Medium Responder e High Responder. Questo tipo di analisi si è dimostrato molto efficace nel riclassificare dunque i liquidi seminali definiti “normali” dagli attuali criteri dell’Organizzazione Mondiale della Salute in categorie ben distinte permettendo così di identificare i cosiddetti “casi limite”.