Nuovo farmaco contro il mesotelioma

Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore raro del distretto toracico (meno dell’1% di tutti i tumori), spesso associato a lunga esposizione all’amianto. La prognosi per il mesotelioma pleurico maligno è infausta, con sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi inferiore al 10%. In base al tipo di cellule maligne, ovvero all’istologia, il mesotelioma pleurico maligno viene distinto in tre categorie: epitelioide, bifasico e sarcomatoide; l’epitelioide è il più comune (50-70% dei casi).

Nel corso del Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), sono stati presentati i risultati di LUME-Meso, uno studio di Fase II, da cui risulta che nintedanib, triplice inibitore orale di angiochinasi, ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS, endpoint primario) e la sopravvivenza complessiva (OS, endpoint secondario) in pazienti con mesotelioma pleurico maligno, quando aggiunto a chemioterapia standard di prima linea con pemetrexed/cisplatino, rispetto alla sola chemioterapia.

I risultati relativi alla sopravvivenza libera da progressione della malattia dello studio di Fase II LUME-Meso dimostrano che nintedanib per via orale, due volte/die, quando aggiunto a chemioterapia standard, ha quasi dimezzato il rischio di progressione della malattia, ottenendo una riduzione del 46% e migliorando in modo significativo la PFS mediana di 3,7 mesi (9,4 mesi contro 5,7 mesi) nella popolazione complessiva di pazienti in studio (pazienti con mesotelioma epitelioide o bifasico) rispetto a placebo più chemioterapia standard. Nei soggetti con mesotelioma epitelioide, nintedanib più chemioterapia ha dimostrato un beneficio ancora maggiore in termini PFS con una mediana di 4 mesi (9.7 verso 5.7 mesi).