
Il numero dei contagi comincia a essere preoccupante anche in Italia, dove da ormai due giorni si sfiora quota mille: siamo infatti passati dagli 845 di giovedì ai 947 di ieri. Questa volta i contagi interessano di più i giovani, che rispetto ai 65enni della prima ondata, sviluppano meno sintomi, ma certamente nessuno è escluso e, come ricorda la cronaca di questi giorni, anche i più piccoli possono aver bisogno della rianimazione. Allora abbiamo voluto capire come vive questo aumento di contagi un’infermiera che nella fase di emergenza dell’epidemia ha lavorato a lungo proprio in rianimazione: “Certo che gli aumenti dei contagi Covid-19 mi preoccupano. Ma soprattutto mi preoccupa l’incoscienza e superficialità di tanti giovani che si credono immuni dall’infezione, ignorando l’uso della mascherina e probabilmente anche il necessario lavaggio delle mani. Ho passato 45 giorni ad assistere malati in rianimazione. Subito ho ricevuto il primo paziente Covid ma solo nei giorni seguenti mi sono resa conto della gravità di questa nuova infezione e, sinceramente ne sono rimasta provata, anche se ho svolto il mio lavoro sempre con serenità e professionalità, fino alla fine, come la mia professione richiede. Oggi credo però che il nostro sacrificio anche nella ‘vestizione’ con tute, camici, guanti, mascherina e visiera per moltissime ore al giorno, alla fine, non sia stato di buon esempio per molti. Le molte immagini di medici e infermieri impegnati nell’emergenza che tutti abbiamo visto su TV e giornali non sono servite per aiutare chi non è ‘del mestiere’ a comprendere che nessuno è immune al contagio, almeno fino a quando non esisterà un vaccino.”
A parlare è Laura La Verde, infermiera al policlinico San Martino di Genova. E gli aumenti dei contagi di questi giorni, proprio per la spavalderia di molti giovani, proprio non le vanno giù: “Il lavoro che abbiamo svolto certamente non è stato inutile perché abbiamo contribuito a salvare delle vite umane, ma il nostro sacrificio credevo potesse essere da esempio, specialmente ai giovani, soprattutto per la prevenzione futura, quando tutto sarebbe finito”. E invece la mascherina – come abbiamo scritto appena ieri – viene da molti indossata al braccio, al polso e non certo per coprire bocca e naso. “In effetti – aggiunge La Verde – mi pare che tanti non abbiano compreso, sottovalutando il pericolo ma forse non proprio per tutta colpa loro; a creare confusione, in alcuni casi, sono stati anche i messaggi contrastanti venuti da esperti e meno esperti e non solo; anche il governo non si è fatto mancare nulla; e, solo per citare l’ultima, ha reso obbligatoria la mascherina dalle 21 alle 6 del mattino… Perché? Nelle altre ore il virus non si trasmette? È vero che gli assembramenti sono più probabili in quelle ore, ma tutti utilizziamo i mezzi pubblici, andiamo al bar e camminiamo per le strade affollate.”
Purtroppo il virus continua a circolare, anche se in forma più attenuata, almeno per ora, rispetto a Francia, Germania e Inghilterra. Ma l’unico modo per difendere sé stessi e non infettare gli altri è utilizzare la mascherina, lavare frequentemente le mani ed evitare gli assembramenti. “Non è un grosso sacrificio. Quasi nullo, direi, rispetto a quello che ha dovuto affrontare il personale medico, paramedico e socio-sanitario. Certamente però i sacrifici più importanti sono stati vissuti dai nostri familiari: non ho abbracciato e baciato mia figlia né naturalmente il mio compagno, che come me lavora in ospedale, per tutto il periodo in cui sono stata impegnata in rianimazione e oltre (per rispettare il periodo finestra). Ho vissuto un isolamento costretto e necessario a garantire la ‘salute’ alla mia famiglia. Quando rientravo mi spogliavo in giardino, con il distanziamento sociale che continuava poi anche in casa, dove indossavo la mascherina. Oggi però, pensando a mia figlia, quello che mi preoccupa di più è la riapertura della scuola.” Preoccupazione ribadita anche dal consulente del Ministro della Salute, prof. Walter Ricciardi, che qualche giorno addietro aveva creato non poco scompiglio politico nel mettere in guardia sulle conseguenze di un eventuale ulteriore aumento dei contagi: “Ci troveremo nelle condizioni in cui sono messe a rischio la riapertura delle scuole e le elezioni”. Staremo a vedere. Intanto i contagi aumentano.