Passi avanti importanti nella chemioterapia e nell’immunoterapia per i pazienti italiani affetti da tumore gastrico, con l’arrivo di 2 molecole per la malattia avanzata che potrebbero cambiare le prospettive e le strategie terapeutiche di chirurghi e oncologi. L’epidemiologia del cancro dello stomaco, quinta neoplasia più comune e terza causa di decesso per tumore, sta cambiando: si modifica l’eziologia della malattia, cala la mortalità, in lieve ma costante crescita l’incidenza, si allunga la sopravvivenza. Ancora fortemente critica la diagnosi precoce, seppure si intravveda un tiepido aumento di anticipazioni diagnostiche. Forte attenzione alle forme eredo-familiari, ancora sottodiagnosticate, per la cui identificazione serve implementare l’accesso ai test genomici sul territorio nazionale. Gli esperti italiani, riuniti a Roma, hanno discusso dei bisogni, delle nuove tendenze e opportunità per i pazienti in occasione del VII Convegno Nazionale sul Tumore Gastrico, promosso dall’Associazione Vivere Senza Stomaco Si Può. “Il Convegno di quest’anno ha avuto un ottimo riscontro tra gli specialisti arrivati da tutta Italia. Il nostro obiettivo come Associazione è disseminare le conoscenze sul tumore gastrico nella popolazione”, dichiara la presidente Claudia Santangelo. “Siamo consapevoli che sussistono ancora molte criticità, come la mancanza di diagnosi precoce, la diffusione capillare di definiti percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali sul territorio nazionale all’interno dei Centri di riferimento ancora troppo limitati numericamente e l’offerta di test genetici.”
Buone notizie però arrivano sul fronte della terapia, con l’approvazione per l’Italia nelle ultime settimane di 2 molecole per i pazienti con tumore dello stomaco allo stadio avanzato di malattia. “Il 2022 è per il tumore dello stomaco un anno molto importante per l’approvazione anche in Italia di due molecole e nuove indicazioni per le forme metastatiche della malattia (trifluridina/tipiracil e nivolumab) – afferma Stefano Cascinu, direttore Dipartimento di Oncologia, Ospedale San Raffaele di Milano. “Un traguardo davvero ragguardevole per i pazienti dopo oltre 1 decennio di silenzio sul fronte della ricerca. La malattia metastatica dello stomaco sta cambiando, non peggiora più rapidamente come un tempo, grazie alle diverse terapie e linee di trattamento disponibili. Questo consente ai pazienti un prolungamento della sopravvivenza e un miglioramento della qualità di vita. Anche la curva della mortalità dal 2015 ha iniziato a flettere, e ci aspettiamo di vedere nei prossimi 3-4 anni ulteriori miglioramenti, non legati alla diagnosi precoce, che resta una criticità, ma alla chemioterapia peri-operatoria effettuata in tutti i pazienti e ai nuovi farmaci per la fase avanzata.”
“Le stime ci dicono che 1 tumore dello stomaco su 100 è ereditario tuttavia i numeri potrebbero essere sottovalutati, perché ancora oggi non tutte queste forme vengono identificate”, spiega Maria Bencivenga, professore Associato di Chirurgia Generale ed Esofago e Stomaco, Università degli Studi di Verona. “Le criticità nel percorso diagnostico sono diverse: da un lato l’accessibilità ai centri di genetica in grado di eseguire i test genomici necessari per individuare i geni coinvolti nell’ereditarietà del carcinoma gastrico dall’altro una sottovalutazione del problema da parte dei medici che non indirizzano allo screening genetico tutti i casi che lo meriterebbero. Per questo è nato un gruppo di lavoro nazionale, voluto e coordinato dall’Associazione Vivere Senza Stomaco Si Può, che a breve avvierà un’indagine per mappare i Centri di genetica che sul territorio nazionale offrono counselling e test di sequenziamento multigenico ai pazienti, e per identificare eventuali altri Centri che potrebbero essere accreditati per offrire questo screening al fine di ampliare l’offerta. Precisi criteri clinici (tumore dello stomaco diffuso in giovane età; presenza di almeno 2 casi di tumore gastrico diffuso in famiglia; presenza nello stesso paziente di un tumore lobulare mammario e di un tumore gastrico diffuso) inducono a supporre una forma ereditaria. La mappatura di queste forme sarà molto importante. Infatti, non identificare un tumore eredo-familiare dello stomaco significa esporre il paziente al rischio di sottotrattamento e impedire di mettere in atto strategie di riduzione del rischio cancro che possono essere salvavita per i consanguinei.”