
Si chiama Baricitinib la nuova molecola in grado di contrastare i disturbi della artrite reumatoide. Si tratta di un inibitore selettivo di un specifico gruppo di enzimi, JAK 1 e JAK 2, responsabili del meccanismo infiammatorio che colpisce le articolazioni. I dati più recenti dimostrano come la somministrazione di Baricitinib sia efficace nel ridurre il dolore, la rigidità mattutina, l’affaticamento, ma soprattutto consenta un rapido e prolungato miglioramento clinico. “Baricitinib è una piccola molecola dal grande potenziale che potrebbe rappresentare l’innovazione in grado di rispondere alle aspettative più alte dei pazienti”, spiega Roberto Caporali, Professore Associato di Reumatologia, Università di Pavia e Responsabile della Early Arthritis Clinic della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. “Questa molecola è in grado di offrire diversi vantaggi: non solo la modalità di somministrazione orale, molto più semplice per il paziente, rispetto a quella per via venosa o sottocutanea, ma soprattutto il profilo di sicurezza suggerito dai risultati degli studi, che combinato con un meccanismo d’azione che colpisce più bersagli contemporaneamente, può condurre alla remissione della malattia”.
“L’obiettivo deve essere proprio questo, la remissione clinica. Ancora oggi, nonostante il progresso della ricerca e l’innovazione nella terapia, sono molte le persone che devono fare i conti con dolore, rigidità, invalidità e un danno articolare progressivo senza riuscire a frenare l’avanzamento della malattia. La situazione è particolarmente delicata, se si pensa che l’artrite reumatoide, come molte altre malattie reumatiche infiammatorie ed autoimmuni, non è una malattia degli anziani ma colpisce persone ancora in età attiva, prima dei 40 anni, molto spesso nel pieno della loro vita personale e professionale”, conferma Renato Giannelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici (ANMAR).
“Avere una qualità della vita migliore, tenere sotto controllo la propria malattia ma soprattutto riprendersi la propria vita, sono gli obiettivi di tutti i pazienti colpiti da questa patologia”, afferma Silvia Ostuzzi coordinatrice ANMAR Young. “In particolar modo questo diventa fondamentale per i più giovani, che non vogliono lasciare che la malattia ‘blocchi’ la loro vita personale, sentimentale, formativa o professionale, ma vogliono continuare a vivere e a godere delle proprie passioni e della propria famiglia”, conclude la coordinatrice giovani ANMAR. La molecola Baricitinib è frutto della ricerca di Lilly.