
“Non lasciare nessuno indietro” è lo slogan della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022, che ricorre il 16 ottobre: “Nessun popolo, nessun Paese, ma anche – sarebbe bene ricordare – nessuna fascia di età, nemmeno quella degli anziani i quali, anche nei Paesi economicamente avanzati, rischiano di patire le ricadute di una non corretta alimentazione. Ricadute che possono colpire anche il sistema immunitario. Una corretta alimentazione può infatti essere un importante alleato per la prevenzione di malattie infettive e patologie croniche, soprattutto negli anziani.” A sottolineare questo importante ruolo della nutrizione, proprio in occasione della Giornata Mondiale promossa dalla FAO è HappyAgeing, Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo, che ha dedicato a questa tematica un’intera sessione di discussione con gli esperti durante gli Stati Generali dell’Invecchiamento Attivo, svoltisi a Roma lo scorso 15 settembre. “In un mondo occidentale che progressivamente invecchia, per far fronte alle possibili patologie e favorire un invecchiamento in salute occorrono politiche che favoriscano una corretta alimentazione, individuata come fondamentale anche dall’agenda europea per l’invecchiamento attivo”, dichiara il dott. Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico Scientifico HappyAgeing. “Per raggiungere questo obiettivo occorre stare attenti agli effetti della crisi economica, che può cambiare la composizione del carrello della spesa, in qualità e quantità, ma anche puntare a una più precisa e diffusa informazione su questa importante tematica, senza indulgere a mode e falsi miti.”
“Un sistema immunitario attivo e ‘giovane’ può fare la differenza, tanto nel difendersi dalle malattie infettive quanto da quelle croniche, e il concetto di gioventù dovrebbe essere inteso non tanto come un fattore anagrafico ma, prima di tutto, come una questione biologica”, afferma la prof.ssa Stefania Maggi, dirigente di Ricerca Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sezione Invecchiamento di Padova, presidente Fondazione Dieta Mediterranea e past president European Union Geriatric Medicine Society EuGMS. “E se contro lo scorrere degli anni non si può far nulla, molto si può invece fare per rallentarne l’effetto a livello biologico, agendo su corretti stili di vita, anche a partire dalla nutrizione.”
“I disturbi dell’alimentazione costituiscono una delle sindromi geriatriche che maggiormente impattano sulla durata e sulla qualità della vita delle persone anziane”, dichiara il prof. Amedeo Zurlo, vicepresidente Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio SIGOT e direttore della SC Geriatria AOU Ferrara. “Oltre a costituire un fattore favorente condizioni patologiche (basti pensare al diabete e alla malattia arterosclerotica), concorrono all’instaurarsi di condizioni tipiche del processo di fragilità, attraverso la diminuzione della massa muscolare (sarcopenia) e di quella ossea (osteoporosi) allorché l’alimentazione diventi povera in proteine.”
“Se da una parte occorre, senza dubbio, l’educazione del singolo individuo alla corretta nutrizione, è evidente che questa – continua Maggi – non può essere solo una responsabilità individuale, tanto per gli strumenti culturali e materiali che occorrono per una corretta nutrizione, quanto per le ricadute a livello collettivo che la mancanza di questa può comportare.”
Proprio sulla dimensione collettiva di una corretta informazione in tema di nutrizione delle persone anziane, e dunque sull’individuazione di possibili linee di azione da mettere in campo in un futuro e da proporre alle istituzioni, si sono concentrati, il prof. Claudio Pedone, direttore UOC Geriatria, Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, membro Società Italiana di Gerontologia e Geriatria SIGG, e Roberto Copparoni, dirigente medico Ufficio 5, Nutrizione e Informazione ai Consumatori, Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute. “Nella mia attività clinica mi capita spesso, purtroppo, di vedere alimentazioni sbilanciate negli anziani a seguito di messaggi fuorvianti che si focalizzano sulla necessità di consumare poco un cibo o molto un altro senza un bilanciamento dei nutrienti”, dichiara Pedone. “Dire ‘la carne fa male’ o ‘i grassi vanno eliminati’ sono delle semplificazioni che non aiutano, tanto più se non inserite in una logica che riguarda lo stile di vita complessivo. C’è molto da fare sul fronte educativo di tutta la popolazione, degli operatori sanitari e dei caregiver, incluse le persone che fanno assistenza agli anziani.”