Morbillo. Senza vaccino 7mila casi di infezioni e 8 morti nel 2017

Il Servizio Sanitario Nazionale ha segnalato ogni anno la crescente diminuzione in tutte le Regioni italiane di tutte le coperture vaccinali al di sotto della soglia di sicurezza del 95% raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha per questo richiamato l’Italia due volte. Per la vaccinazione contro il morbillo, la soglia di copertura era scesa all’85%, ben 10 punti al di sotto della soglia necessaria per il controllo delle epidemie, anche a causa di una delle più grandi bufale della storia della scienza che correlava questa vaccinazione all’insorgenza di autismo. In conseguenza di ciò, in Italia, a partire dall’inizio del 2017 a oggi, un’epidemia di morbillo ha causato circa 7.000 infezioni che hanno provocato complicanze gravi nel 40% dei casi e ben 8 morti, tra cui diversi bambini.

I risultati dell’attuale legislazione che prevede l’obbligo vaccinale hanno mostrato che le coperture sono in aumento di un punto e mezzo percentuale per quanto riguarda il vaccino esavalente e di ben 4,5 punti percentuali per quanto riguarda il morbillo, ma per entrambe le vaccinazioni il raggiungimento della soglia di sicurezza è ancora lontano.

In particolare, oltre al già citato morbillo, si segnala che l’attuale situazione epidemiologica del Paese per le malattie prevenibili dai vaccini oggi obbligatori è caratterizzata rispettivamente da:

* Circa 60 casi e 20 morti l’anno di tetano, malattie nei confronti della quale non esiste immunità di gregge, non essendo trasmissibile da persona a persona;

* Nessun caso di malattia difterica, ma 3 forme di difterite cutanea segnalate nel 2017 causate da ceppi non tossinogenici, che tuttavia potrebbero subire trasformazioni e diventare pericolosi. Inoltre, la difterite è ancora presente all’interno dell’UE, in particolare nei Paesi baltici;

* Incidenza di epatite B in diminuzione dal 1992 (anno di introduzione del vaccino) con scomparsa dei casi nei bambini, ma l’abbassarsi delle coperture espone al rischio i singoli individui a contrarre la malattia che causa cronicizzazione nel 90% degli infetti in età neonatale. La forma cronica porta a una degenerazione progressiva del fegato che causa insufficienza epatica, cirrosi ed un elevato rischio di epatocarcinoma;

* Nel 2016 sono stati segnalati 140 casi di malattia batterica invasiva da Haemophilus influenzae, con aumento dei casi a seguito della diminuzione delle coperture vaccinali;

* Circa 1.000 casi di pertosse l’anno con tendenza all’aumento;

* A causa della diminuzione delle coperture vaccinali contro la parotite, malattia infettiva acuta virale altamente contagiosa che può presentare varie complicanze, inclusa l’orchite nei pazienti maschi, la pancreatite, e la meningite asettica, compaiono ripetuti focolai epidemici sul territorio nazionale;

* L’inadeguatezza delle coperture vaccinali contro la rosolia ha fatto registrare (nel periodo gennaio 2005 – agosto 2015) 163 casi di rosolia in gravidanza e 77 casi di rosolia congenita. Nello stesso periodo, tra le donne infette, è stato segnalato un nato morto, un aborto spontaneo e 32 interruzioni volontarie di gravidanza;

* Dal 2009 il numero di casi di varicella era pari a circa 60mila l’anno ma la mancanza di un sistema di sorveglianza adeguato non permette il continuo monitoraggio della malattia il cui impatto viene attualmente sottovalutato anche a causa delle basse coperture vaccinali finora raggiunte.

Va inoltre sottolineato che il raggiungimento di soglie di sicurezza è essenziale anche per garantire il diritto all’educazione di migliaia di bambini immunodepressi per i quali la frequenza scolastica è impedita dal rischio di contrarre infezioni, come il morbillo, che per loro può essere letale e che secondo i piani dell’OMS doveva essere eliminato in Europa già nel 2015. Pertanto, a prescindere dalle misure che si intendono implementare, è doveroso fare di tutto per continuare a mantenere il trend positivo in atto al fine di garantire adeguate coperture vaccinali.