Donne Che Curano 2025: “7 persone su 10 subiscono violenze”

“Abbiamo parlato della violenza sugli operatori, un tema che sta particolarmente caro a Women For Oncology”, dichiara Rossana Berardi, presidente dell’Associazione, in occasione della V edizione del convegno Donne Che Curano 2025, svoltosi a Montecitorio a Roma. “Avevamo già condotto una survey a carattere nazionale, a cui hanno partecipato e risposto 410 operatori sanitari, prevalentemente di ambito oncologico, da cui era emerso che in 7 casi su 10 le persone riferivano di aver subito delle discriminazioni e aggressioni, spesso verbali. Questi dati ci hanno fatto riflettere e abbiamo deciso di approfondirli in questo convegno.”

“La tutela del Medico verso l’esterno non è mai del tutto garantita e le violenze, verbali e fisiche, rappresentano uno dei fattori che oggi allontanano i medici, soprattutto giovani, dalla nostra professione”, prosegue Berardi. “Oggi in corsia o negli studi ambulatoriali esistono situazioni particolarmente delicate e difficili da affrontare, la mancanza di personale, turni di lavoro esasperanti, stress e fenomeni di burnout, sono tutte cause che diffondono disagio nella nostra categoria, con i più giovani che finiscono per evitare alcune Specialità ‘complesse’, come l’Oncologia, o la presenza in Pronto Soccorso. Oggi registriamo una certa disaffezione verso alcune branche della Medicina che richiedono particolari sacrifici; si avverte un calo di vocazione per alcune Specializzazioni. Per questo motivo è importante agire in profondità proprio sulla formazione che rappresenta uno dei primi passi verso l’avvio dell’attività medica. Determinante per tutelare i Medici che ogni giorno rischiano la propria incolumità è la comunicazione, tra professionisti e soprattutto verso i pazienti e i loro familiari, occorre creare un rapporto diretto con essi che possa difendere i medici nei presidi ospedalieri e negli ambulatori.”

Tra i temi affrontati, anche intelligenza artificiale e conflitto di interessi in campo medico. “Governare l’AI è infatti essenziale per poter fruire correttamente delle nuove tecnologie applicate alla Medicina”, afferma ancora Berardi. “È importante viceversa evitare di farsi governare da queste. Il Medico deve infatti poter mantenere intatto il proprio spirito critico e la propria autonomia nell’applicare l’AI in Sanità.”

Per quanto riguarda il conflitto di interessi, il panel si è soffermato in particolare sul fornire consapevolezza a Medici e Ricercatori in Sanità su cosa esso sia e su come affrontarlo e dichiararlo, oltre all’importanza di coinvolgere i privati e le case farmaceutiche nel processo della ricerca della cura, con azioni “rivolte prima di tutto al benessere dei pazienti”.