Milano. Campagna di screening gratuiti contro le maculopatie

La prevenzione è particolarmente determinante per quelle patologie altamente invalidanti, che hanno forti ripercussioni sulla quotidianità e sulla psiche dei pazienti. Tra queste figurano l’edema maculare diabetico e la degenerazione maculare legata all’età, malattie che coinvolgono la parte centrale della retina e che rendono difficoltoso compiere anche le azioni più semplici, come mangiare e bere. L’età media di chi va incontro a simili degenerazioni è pari o superiore ai 50 anni, ma è fondamentale intervenire prima che la patologia si aggravi. Per questo Roche Italia lancia la campagna Il Tuo Punto di Vista Conta – Non Lasciare Che le Maculopatie Ti Fermino. Dal 17 giugno 2023 sono attivi i punti di screening gratuito nei pressi di teatri e bocciofile, tra i luoghi di incontro più frequentati dalla fascia over50. Dopo il Teatro Manzoni, in via Alessandro Manzoni, 40, Milano sarà nuovamente luogo principe della campagna di prevenzione il 1° luglio 2023, con ulteriori screening che verranno effettuati presso la Bocciofila Caccialanza di via Padova, 91, messa a disposizione dalla Federazione Italiana di Bocce.

“[Lo screening] prevede una visita oculistica con un esame del fondo dell’occhio, quindi una misurazione dell’acuità visiva con mezzi che tutte le cliniche oculistiche hanno a disposizione”, spiega il prof. Francesco Viola, direttore della Struttura complessa Oculistica dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. “Si utilizza uno strumento non invasivo, la tomografia a coerenza ottica.” Se i test risultano positivi, si viene quindi indirizzati a visite specialistiche. Al momento le terapie possibili sono a base di farmaci che inibiscono la crescita dei vasi sanguigni sotto la retina, principali responsabili della degenerazione maculare. Il principio attivo viene somministrato attraverso iniezioni intravitreali, che devono però essere ripetute nel tempo per risultare efficaci. “Servono in media 7-8 inoculazioni all’anno”, spiega il prof. Francesco Bandello, direttore dell’Unità di Oculistica del San Raffaele di Milano e presidente dell’Associazione Pazienti Malattie Oculari. “Chi è affetto da una maculopatia deve essere aiutato a tornare al centro di riferimento per le terapie, ma ciò alla lunga diventa complesso da gestire, viene vissuto con fastidio dagli stessi caregiver. Perciò può accadere che dopo un certo numero di procedure il paziente abbia difficoltà a continuare ad avere un’adeguata aderenza alla terapia. Questo è il problema cardine – afferma – perché chi si allontana dallo schema terapeutico previsto poi ha risultati meno buoni e va incontro a un handicap visivo maggiore.”

“Il tempo, dalle numerose visite e follow-up nell’arco dell’anno alle file d’attesa, incide molto sulla vita dei pazienti”, dichiara Massimo Ligustro, presidente Comitato Macula. “Devono essere accompagnati da un caregiver che sia disponibile e le liste d’attesa troppo lunghe impediscono di sottoporsi ai trattamenti nei tempi richiesti. Nel frattempo, la vista peggiora, in attesa della visita successiva. È importante collaborare – clinici, associazioni pazienti, istituzioni – per migliorare il percorso del paziente con queste patologie e dei loro familiari.”

“La preoccupazione maggiore è che la macchia che il paziente ha visto comparire nella parte centrale del suo campo visivo possa continuare ad allargarsi fino a portarlo alla cecità”, aggiunge Bandello. “Questo però non accade mai, perché la malattia ha la caratteristica di fermarsi alla macula e quindi il danno visivo, quando ha coinvolto la parte più centrale del campo visivo, non può andare oltre. I pazienti vanno innanzitutto rassicurati. Lo stadio terminale delle patologie di cui stiamo parlando è rappresentato da un’enorme difficoltà a leggere, scrivere, fissare gli oggetti, fare tante cose importanti, ma questo non è e non sarà mai la cecità nel senso proprio del termine.”

Intervenire prima che la malattia raggiunga uno stadio troppo avanzato è fondamentale perché la retina è formata da tessuto nervoso che non è in grado di rigenerarsi. La prevenzione serve proprio a individuare quei possibili, futuri pazienti che magari non sanno ancora né di avere la patologia né di essere diabetici. “Spesso succede che si scopre di avere il diabete proprio in seguito a una visita oculistica, perché sul fondo dell’occhio appare un principio di edema”, dichiara Viola. “In Italia non esiste un vero e proprio programma di screening, ma per fortuna stanno venendo fuori sempre più campagne di prevenzione come questa lanciata da Roche. Iniziative di questo tipo aiutano una diagnosi precoce.”

“Sosteniamo con orgoglio eventi di sensibilizzazione e screening come l’attuale campagna dedicata alle maculopatie”, commenta Anna Maria Porrini, medical affairs & clinical operations head Roche Italia. “Patrocinata dall’Associazione Pazienti Malattie Oculari, da Comitato Macula, Retina Italia ODV e dalla Società Italiana di Scienze Oftalmologiche, Il Tuo Punto di Vista Conta – Non Lasciare Che le Maculopatie Ti Fermino cercherà di raggiungere quante più persone possibili proprio per instradarle su quel percorso di prevenzione e cura decisivo per tutelare la salute degli occhi. Un primo passo verso una maggiore consapevolezza per se stessi e per chi abbiamo intorno a noi.”