
Nonostante molti Paesi abbiano programmi per lo screening dei melanomi, non è certo che questi programmi riducano morbidità e mortalità o causino danni non necessari derivanti da sovradiagnosi o trattamenti inutili. Infatti, secondo una revisione della letteratura scientifica, effettuata da Minna Johansson, della Cochrane Sweden di Uldevalla, nessuno tra gli studi che hanno soddisfatto i criteri di inclusione ha riportato informazioni utili sugli effetti dello screening per mortalità complessiva, sovradiagnosi, qualità della vita dei partecipanti, mortalità da tumori cutanei o tassi di falsi positivi e negativi. Gli studi randomizzati dunque non supportano né rifiutano lo screening in questo campo, che però non risponde ai criteri comunemente accettati per l’implementazione sull’intera popolazione. È importante dunque che i pazienti osservino i cambiamenti a carico dei nei, e qualunque variazione venga riferita al proprio medico e/o documentata anche attraverso semplici foto, anche scattate con lo smartphone. In ogni caso, per la prevenzione dei melanoma è importante che tutti evitino le ustioni solari. Fondamentale dunque anche l’utilizzo di creme solari protettive. La ricerca è stata pubblicata su Cochrane Database Syst Rev online 2019.