
Ulteriore confusione si aggiunge alla paura, e le notizie arrivano sempre dall’OMS. Dopo i guanti, che non sarebbero di alcuna utilità nel proteggerci dal virus e anzi aumenterebbero il rischio di contagio, un’altra dichiarazione destinata a suscitare un certo clamore: “Difficile che i soggetti asintomatici possano infettare”. Proprio così. La stessa Oms che ad aprile sottolineava l’assoluta necessità di tracciare anche i casi asintomatici per prevenire in modo efficace la diffusione del nuovo coronavirus, oggi fa sapere che invece gli asintomatici non rappresentano più un pericolo. L’aspetto rappresenta una questione dunque ancora aperta e, per questo, “l’OMS continua a raccogliere e analizzare dati”. A sostenerlo è la dott.ssa Maria Van Kerkhove, a capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Oms, che analizzando i dati giunti finora dai diversi Paesi in merito ai “casi asintomatici” dichiara: “È molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus”.
La spiegazione sarebbe da ricercarsi nella forma particolarmente leggera della malattia sviluppata da questi soggetti, le cui eventuali goccioline prodotte da starnuti o colpi di tosse non sarebbero quindi sufficientemente infette. Dunque una scarsa carica virale non consentirebbe di infettare un altro individuo sano. Se da un lato ci si augura che si stiano piano piano acquisendo nuove informazioni su un virus fino a poco tempo addietro sconosciuto, dall’altro sarebbe altrettanto auspicabile che un organismo come l’OMS contribuisse a diffondere certezze e informazioni che non perdano di consistenza o peggio vengano smentite dai “proclami” del mese successivo.