Diventare mamma dopo il cancro è possibile. La buona notizia è che la percentuale di successo per le pazienti oncologiche è salita: 7 su 10 riescono a coronare il sogno di maternità in meno di 2 anni, senza il rischio di recidivanti. Il lavoro, presentato in occasione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Fertilità e Sterilità e Medicina della Riproduzione SIFES, ha dimostrato che, dopo i trattamenti oncologici, 9 pazienti su 10 sono state ritenute idonee a intraprendere un processo riproduttivo. “Molte di queste donne possono avere un bambino se hanno già completato con successo il trattamento di chemio, radioterapia o interventi chirurgici”, spiega la dott.ssa Michela Benigna, ginecologa e membro dell’Unità specializzata in oncologia e riproduzione di Institut Marquès. “L’imperativo è che il loro caso venga esaminato da un team multidisciplinare. Solo allora possiamo dire che essere una madre dopo il cancro è sicuro.”
L’82% delle pazienti oncologiche rimaste incinte ha un’età media di 40 anni e per la maggior parte viene da cancro al seno (35%), neoplasie ematologiche come leucemia o linfoma (29%) e cancro ovarico (14%). I trattamenti alle quali si sono sottoposte: fecondazione in vitro (3,9%), donazione di embrioni (11,7%) e donazione di ovociti (84%). Solo il 10% ha vitrificato gli ovociti prima del trattamento del cancro.
Fino a qualche anno fa il desiderio di un figlio riguardava la metà delle giovani pazienti, ma meno di 1 su 10 rimaneva incinta dopo le terapie. In molti casi, a vincere era proprio il timore di recidiva tumorale. Preservare la fertilità nelle pazienti oncologiche è diventata una priorità dal momento che è aumentata l’incidenza del cancro nelle donne in età riproduttiva. Ad ogni modo, anche le percentuali di sopravvivenza sono in crescita, con un tasso dell’85% per i pazienti sotto i 50 anni. Nel corso dello studio, infatti, il 10% delle pazienti sono state valutate non idonee ad iniziare un processo riproduttivo per varie motivazioni: trattamento oncologico non concluso, età elevata (oltre 50 anni) o problemi di obesità patologica.