Il primo trial clinico al mondo sulla terapia genica della sindrome di Crigler-Najjar, rara malattia che colpisce il fegato, è in corso a Bergamo. A causa di un gene “sbagliato”, i bambini che ne sono affetti non riescono a sviluppare una proteina che permette l’eliminazione della bilirubina. Un banale virus, modificato in laboratorio e vettore del gene corretto, ha il compito di infettare il fegato del paziente in modo che la sintesi della proteina mancante avvenga correttamente. Questo è uno degli esempi del lavoro che la Pediatria del Papa Giovanni XXIII, diretta da Lorenzo D’Antiga, sta svolgendo nella diagnosi, cura e ricerca nel campo dell’epatologia. Non è un caso che chiunque nel mondo si occupi di malattie del fegato pediatrico studi sul volume curato proprio da D’Antiga Pediatric Hepatology and Liver Transplantation, edito da Springer. Un lavoro di due anni che , in soli quattro mesi, è già stato scaricato più di 7mila volte dal sito della casa editrice. Ottanta gli autori coinvolti, provenienti da tutti i continenti, per fare il punto su patologie congenite o acquisite, spesso rare, la cui storia è stata cambiata negli anni Novanta dall’avvio del trapianto di fegato.
“Con 700 trapianti pediatrici all’attivo e un tasso di sopravvivenza che raggiunge il 95%, il centro di Bergamo ha una casistica tra le più importanti al mondo; frutto della collaborazione fra l’équipe pediatrica, i nostri chirurghi, i radiologi e tanti colleghi che ho voluto portassero il loro contributo a questo volume”, spiega D’Antiga. Fra i nomi più noti della comunità scientifica internazionale vi sono anche il direttore della Gastroenterologia Stefano Fagiuoli, della Chirurgia 3 e Trapianti, Michele Colledan, della Radiologia Sandro Sironi, Roberto Agazzi della Radiologia Interventistica ma anche tanti giovani pediatri, chirurghi, anestesisti del Papa Giovanni, assieme a esperti di fama internazionale, tra cui accademici del King’s College Hospital di Londra e di Pittsburgh, centro che per primo ha eseguito un trapianto di fegato in un bambino. “Ringrazio il dott. D’Antiga – commenta il direttore generale del Papa Giovanni XXIII Maria Beatrice Stasi – e tutti coloro che hanno collaborato al volume, ma soprattutto chi opera ogni giorno nel nostro ospedale per consentirci di raggiungere questi risultati.”