Pediatri SIP: “Il codice postale non può contare più di quello genetico”

“Il futuro si costruisce nei primi anni di vita, ma non tutti i bambini hanno le stesse condizioni per costruirlo. Non possiamo accettare che in Italia il codice postale pesi più di quello genetico. La salute dei bambini non può dipendere dal luogo in cui si nasce.” Questo l’appello lanciato in apertura dell’LXXX Congresso della Società Italiana di Pediatria SIP, in corso a Napoli fino al 31 maggio 2025; oltre 2mila i Pediatri a confronto su salute fisica, mentale e sociale dei bambini.

“Viviamo in un Paese che fa pochi figli e che fatica a sostenere chi decide di diventare genitore”, dichiara Rino Agostiniani, presidente SIP. “Se non cambiamo rotta, l’ultimo Italiano potrebbe nascere nel 2225. Ma il punto è un altro: che futuro può avere una società senza bambini e che non investe nell’infanzia?” Le evidenze scientifiche mostrano sempre di più come la salute si costruisca – o si comprometta – nei primi mille giorni, 270 di gravidanza e i 730 successivi alla nascita: è in questo periodo, sottolinea la SIP, che si strutturano il microbiota intestinale, le reti cerebrali, i meccanismi epigenetici; ed è qui che povertà, inquinamento, alimentazione e stili di vita errati “lasciano il segno”: “Ma quei mille giorni non sono uguali per tutti”, prosegue Agostiniani. “Un bambino nato in una Regione con meno screening neonatali ha già un destino più fragile. Ed è inaccettabile che oggi, in Italia, la Regione di nascita possa determinare l’accesso alla diagnosi precoce di una malattia genetica o alla profilassi per il virus respiratorio sinciziale.”

Un concetto recentemente ribadito anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Una strategia unitaria e la collaborazione tra istituzioni sono necessarie per superare intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali e garantire una copertura universale e un accesso uniforme alle prestazioni sull’intero territorio della nostra Repubblica”. Un messaggio che la SIP fa proprio, ribadendo come il diritto alla salute non possa essere “compromesso da confini amministrativi o dalla geografia”.

In Italia oltre 1,3milioni di bambini vivono in povertà assoluta, con punte di oltre il 30% tra i figli di immigrati. Una delle espressioni più gravi di questa disuguaglianza è proprio l’alimentazione, con 2 rischi estremi: da un lato, un’ampia fascia di bambini fatica a seguire un’alimentazione completa e bilanciata; dall’altro, la cattiva educazione alimentare e uno stile di vita sedentario hanno portato a un vero allarme sovrappeso e obesità, che in Italia interessa il 30% delle giovani generazioni.

Esiste una frattura epidemiologica tra Nord e Sud negli stili di vita e quindi nella salute infantile. In Campania, il 44% dei bambini è in eccesso ponderale; in Trentino, la percentuale è meno della metà. Nelle Regioni meridionali e insulari, i tassi di obesità infantile superano spesso il 14%, mentre in quelle settentrionali raramente oltrepassano il 10%. “Abbiamo bambini che saltano la colazione, che non mangiano frutta o verdura, che vivono in quartieri senza spazi per giocare, che non frequentano l’asilo nido, dove si potrebbe garantire almeno un pasto completo”, afferma la SIP.

ANSIA, ISOLAMENTO, DIPENDENZE. L’ALTRA EPIDEMIA DELL’INFANZIA

Vi sono poi disuguaglianze non immediatamente evidenti, sottolinea ancora la SIP, che riguardano invece la salute mentale. Secondo l’Oms, 1 adolescente su 7 soffre di un disturbo psichico, con esordio prima dei 14 anni, e il suicidio è la quarta causa di morte tra i 15 e i 19 anni. In Italia 1 minore su 5 è affetto da un disturbo comportamentale – circa 2milioni di bambini e ragazzi – ma spesso, afferma ancora la SIP, non trovano adeguata assistenza: mancano posti letto, Neuropsichiatri infantili, Servizi sanitari che garantiscano percorsi di cura personalizzati realmente adatti alle diverse età, Servizi territoriali, e, ancora una volta, chi nasce al Sud o in aree interne ha meno possibilità di essere curato. “Siamo davanti a una fragilità nuova, che è anche frutto di una fragilità genitoriale”, dichiara Agostiniani. “Una generazione ferita da isolamento, ansia, dipendenza digitale. Il ruolo dei pediatri è oggi più che mai strategico per intercettare le fragilità e accompagnare le famiglie in un tempo di grandi trasformazioni.”

Nel nostro Paese, solo il 5% del Fondo Sanitario Nazionale è destinato alla prevenzione, contro il 10-12% di Paesi come Germania e Olanda. Eppure, 1 decesso su 3 è attribuibile a fattori prevenibili (fumo, sedentarietà, cattiva alimentazione), ricorda ancora la SIP, con ogni euro investito in prevenzione che potrebbe generarne da 2 a 16 di risparmi sanitari, produttività e riduzione delle disabilità. L’obesità costa l’1% del PIL; il 54% delle Scuole del nostro Paese non ha una palestra adeguata; solo il 42% degli adolescenti è vaccinato contro il Papillomavirus e, ancora, il 27% dei 15enni ha fumato almeno 1 sigaretta nell’ultimo mese.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NUOVE FRONTIERE DELLA CURA

Tra i temi affrontati nel corso del Congresso, spazio anche al ruolo sempre più rilevante dell’intelligenza artificiale in Pediatria, un orizzonte “non più così lontano”. “Ma non possiamo limitarci a usare strumenti nuovi”, dichiara ancora Agostiniani. “Dobbiamo capirli, governarli, decidere come e dove applicarli.” Saranno inoltre presentati i primi risultati della profilassi universale contro il virus respiratorio sinciziale; si parlerà delle terapie combinate contro la miopia, capaci di rallentarne la progressione, e dei nuovi farmaci per l’obesità infantile, che aprono prospettive concrete nei casi più gravi. “Abbiamo davanti a noi sfide complesse – conclude Agostiniani – ma anche conoscenze e strumenti nuovi. La sfida è portarli ovunque servano, a tutti i bambini, senza lasciare indietro nessuno.”