
Il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) è una malattia autoimmune cronica, causata da un alterato funzionamento del sistema immunitario, e presenta manifestazioni cliniche differenti in quanto colpisce prevalentemente il sesso femminile (rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini) in giovane età: nell’80% dei casi, infatti, si manifesta tra i 15 e i 45 anni, nel periodo fertile e più produttivo della vita della donna con pesanti ripercussioni sul piano personale, socio-relazionale e professionale.
Questa patologia è estremamente complessa e difficile da trattare, soprattutto nelle forme che interessano diversi organi e apparati, assumendo connotazioni di particolare gravità. Nel tassello delle conoscenze scientifiche ora si inserisce uno studio italiano coordinato dal prof. Andrea Doria, reumatologo dell’Università di Padova e dalla sua équipe, pubblicato su Arthritis Care Research, che prende in esame i risultati ottenuti con belimumab, primo anticorpo monoclonale espressamente mirato per la malattia e primo farmaco innovativo dopo cinquant’anni. La ricerca ha preso in esame il mondo reale, ovvero i pazienti con LES attivo monitorati nella pratica clinica standard, con una durata di malattia media di circa 10 anni. Sono stati inseriti nello studio 67 pazienti e sono stati monitorati i principali parametri relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco. I risultati sono estremamente interessanti sotto l’aspetto clinico. I pazienti trattati con belimumab hanno avuto un miglioramento sul fronte delle scale di valutazione dell’intensità dei sintomi e della qualità di vita, nei parametri di laboratorio, come gli anticorpi anti-dsDNA o la proteinuria nelle 24 ore e, infine, in termini di misurazione della qualità di vita. In particolare, il trattamento con belimumab ha consentito di arrestare l’accumulo di danno a carico degli organi che si era verificato costantemente nei cinque anni precedenti la terapia con l’anticorpo monoclonale. Inoltre il tasso di riacutizzazioni della malattia (flare) nei pazienti con LES, è risultato inferiore dopo uno o due anni di terapia con belimumab rispetto a quanto osservato nel periodo precedente: il calo dei flare è risultato del 67 per cento a un anno e addirittura del 71 per cento a 24 mesi. Percentuali simili sono state osservate in pazienti con poliartrite e con il solo interessamento cutaneo del lupus. Sul fronte della sicurezza, belimumab è risultato ben tollerato, con una limitata incidenza di eventi avversi. In particolare non sono state osservate reazioni infusionali o da ipersensibilità grave o comunque tale da portare alla sospensione del trattamento su un totale di 1185 infusioni.