
“Menarini una Azienda in buona salute che punta alla conquista del mercato globale”: fatturato in crescita, ricerca e investimenti, una presenza nel mondo che interessa a oggi 140 Paesi. La produzione ha raggiunto i 609milioni di confezioni per le di aree interesse, e che nel 2024 ha significato un aumento del fatturato, con 4,603miliardi di euro e un EBITDA in positivo rispetto all’anno precedente: 430/460milioni di euro, ovvero un guadagno netto di 30 milioni; 17.800 dipendenti rispetto ai 16.750 dell’anno precedente, il 91% dei quali laureati. “La nostra crescita è soprattutto a livello internazionale”, dichiara Lucia Aleotti, azionista e membro del Board Menarini Group. “L’Italia avanza la metà rispetto a quella globale del gruppo, quindi la proiezione internazionale è ciò che consente all’Azienda di migliorare e reinvestire. I risultatati sono molto soddisfacenti, con una crescita del +5,2%. E ciò nonostante negli ultimi anni siano arrivati a scadenza brevetti importanti che hanno portato a una riduzione del fatturato, che vale circa 300milioni.” Questo il quadro tracciato in occasione dell’incontro con il Board di Menarini, rappresentato da Lucia Aleotti e Elcin Barker Ergun, svoltosi ieri presso la Camera di Commercio di Firenze.
EUROPA “BOCCIATA”
Poi la manager “promuove” il mercato americano e “boccia” invece quello europeo, la cui eccessiva burocrazia avrebbe in questi anni perfino ostacolato la ricerca, avvantaggiando il mercato americano e cinese: “L’Europa si è fatta e si sta facendo male da sola con una serie di regole e burocrazie che imprigionano lo spirito imprenditoriale e che non tengono conto delle esigenze dell’innovazione”, afferma ancora Aleotti. “Il settore più nobile, più ricco di ricerca, di scienza e di beneficio per il mondo, l’Europa se lo sta facendo scappare con scelte assolutamente miopi”. E scandisce “solo ‘obblighi’, ‘obblighi’, ‘obblighi’.”
NIENTE DAZI USA
“Negli USA abbiano un piccolo stabilimento di produzione diagnostica con accordi per la produzione sul suolo americano in conto terzi. Quindi – conclude – i dazi non impattano sulla nostra Società.”