Long-Covid e cervello: disturbi neuropsicologici anche in pazienti asintomatici

Vertigini, temporanei deficit di memoria, stanchezza cronica, anosmia cronica: sono alcuni dei principali e più ricorrenti disturbi di natura neuropsicologica registrati nel cosiddetto long-Covid, la sindrome post-virale che colpisce, con le sintomatologie più diverse, la grande maggioranza dei malati di Covid terminata la fase acuta. A parlare dell’impatto del virus SARS-CoV-2 su cervello e sistema nervoso umano a Welfair – manifestazione digitale di Fiera Roma dedicata a benessere, salute, nutrizione – è il prof. Pasquale Ferrante, ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica all’Università degli Studi di Milano e adjunct professor presso il Department of Microbiology, Immunology and Inflammation Center for Neurovirology and Gene Editing, Lewis Katz School of Medicine, Temple University: “Di particolare importanza sono i meccanismi patogenetici che portano il virus a provocare le malattie neurologiche che possono essere acute, subacute e croniche, e che possono essere la conseguenza dell’attacco diretto del virus ai danni delle cellule nervose (soprattutto nelle patologie acute), oppure la conseguenza dell’innesco di meccanismi su base immunitaria, come la cosiddetta tempesta citochinica (citokyne storm) o meccanismi autoimmunitari (soprattutto nelle malattie post-acute o di lunga durata)”, spiega. I disturbi neurologici fini di solito vengono registrati al termine della fase acuta e possono protrarsi anche per mesi; colpiscono anche asintomatici e sintomatici leggeri. “È complesso raccogliere dati certi in questo senso, specialmente se si parla di asintomatici che spesso non sanno di aver contratto il Covid, ma evidenze cliniche ci portano a dire che, seppure con minore frequenza, anche chi non ha sviluppato i sintomi della malattia può soffrire dei disturbi del long-Covid.”