In Lombardia il maggior numero di diabetici. Arrivano dispositivi innovativi per il monitoraggio della glicemia

Nuove opportunità di cura e moderni dispositivi medici per i pazienti diabetici della Lombardia, distribuiti in modo sempre più capillare sul territorio per favorire miglioramenti sia in termini di qualità di vita per i pazienti sia di risparmio per il Sistema Sanitario Regionale. È quanto emerso da un forum recentemente svoltosi a Milano, alla presenza di esperti di farmacoeconomia, clinici, rappresentanti di Istituzioni e Associazioni pazienti. L’incontro Lotta al Diabete – Innovazione Possibile e Nuovi Modelli di Governance Sanitaria in Regione Lombardia, organizzato da Italian Health Policy Brief, con il contributo non condizionante di Abbott, è stato occasione per fare il punto sulla malattia in Regione dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della mozione 808/2022, concernente le misure dedicate ai pazienti diabetici per migliorare l’accesso ai device sanitari per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM, continuous glucose monitoring).

Nel dettaglio, la mozione impegna la Giunta a:

  • Valutare la possibilità per i pazienti diabetici di ritirare i device CGM anche presso strutture alternative, quali farmacie e case di comunità;
  • Valutare la possibilità di prevedere una fornitura che abbia durata annuale, o almeno semestrale;
  • Valutare di prevedere, nell’ambito della fornitura temporale, la possibilità di implementare il numero dei singoli device CGM e degli infusori di insulina forniti per sopperire a tutte quelle situazioni di criticità, dunque necessità, che possono venire a formarsi;
  • Valutare la possibilità di sviluppare corsi di formazione e informazione immediata e sistemica per i medici di medicina generale sui benefici che l’utilizzo di questi device innovativi procurano alla qualità di vita dei pazienti.

I DATI

La Lombardia è la Regione con il maggior numero assoluto di persone malate di diabete in Italia: 1 diabetico su 7 vive infatti nel territorio della Regione, dove risiedono circa 570mila dei 4milioni di pazienti diabetici stimati nel nostro Paese; di questi, 1 su 3 vive nella città di Milano. Secondo i dati elaborati dall’ATS Città Metropolitana di Milano, nel capoluogo lombardo sono oltre 180mila le persone con diabete noto e diagnosticato, e circa 60mila le persone che non sanno di soffrirne. La spesa sanitaria pro-capite ammonta ogni anno a circa 3mila euro, pari a oltre 1,5miliardi di euro complessivamente a carico del Ssr.

I DISPOSITIVI

Attualmente sono disponibili 2 tipi di sistemi per il monitoraggio della glicemia: il CGM in tempo reale (real time continuous glucose monitoring, rt-CGM) e i sistemi di monitoraggio intermittente del glucosio (intermittently scanned continuous glucose monitoring is-CGM), chiamato anche monitoraggio flash del glucosio. Questi ultimi dispositivi sono oggi disponibili e già utilizzati da un’ampia parte della popolazione diabetica in Italia, sia pazienti di tipo 1 che pazienti tipo 2, grazie ai significativi benefici clinici mostrati insieme alla sostenibilità per il Ssn con costi di acquisizione più sostenibili.

Le evidenze cliniche si riscontrano sia sulla glicata sia sulle metriche del glucosio, sottolinea Stefano Genovese, responsabile Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, IRCCS, Cardiologico Monzino, intervenendo al forum. Studi compiuti su decine di migliaia di pazienti – spiega – mostrano infatti che già a 3-6 mesi dall’utilizzo dei dispositivi in maniera continuativa si registra una significativa riduzione dell’emoglobina glicata, oltre a una riduzione delle ospedalizzazioni per complicanze acute della malattia. Queste evidenze si hanno non solo nella popolazione in terapia insulinica multiniettiva, ma anche in trattamento con sola insulina basale.

I sistemi innovativi di monitoraggio consentono dunque un miglioramento della presa in carico dei pazienti, con la possibilità di stratificarli in base al rischio, coerentemente con quanto previsto dalle linee guida di Regione Lombardia ribadite dal consigliere Marco Bestetti, della Commissione Permanente sulla Sanità.

L’UTILIZZO E LE CRITICITÀ

Al momento – dichiara la dott.ssa Emirena Garrafa, consigliere dell’Associazione Diabetici della Provincia di Brescia – si tratta di strumenti ancora poco utilizzati a livello nazionale e regionale, come riportano i dati ARNO, che per questo tipo di dispositivi registrano una spesa sostanzialmente stabile, passata dal 4% del 2019 al 6% del 2022. Fra le motivazioni: il costo; il fatto che si tratta di dispositivi che rendono immediatamente “riconoscibile” il malato; la necessità di un’adeguata formazione per paziente e caregiver al fine di poterne garantire un corretto utilizzo. “Tutti aspetti comunque trascurabili rispetto ai vantaggi per la salute dei pazienti – dichiara Garrafa – e che debbono essere superati con operazioni sempre più mirate di sensibilizzazione e di formazione alla tecnologia, e magari portando avanti agevolazioni per chi ne fa utilizzo, come ad esempio una riduzione del numero di visite ed esami di controllo obbligatori.”