L’insufficienza intestinale cronica e la nutrizione artificiale

Il 30-50% dei pazienti in ospedale presenta sintomi di malnutrizione. Questi sintomi sono causati da varie patologie gravi e croniche (insufficienza renale, epatica, AIDS, cancro…), ma anche da altre condizioni come traumi, interventi chirurgici, infezioni. Esistono poi pazienti affetti da una patologia che non permette l’alimentazione per via orale. Si tratta dell’insufficienza intestinale cronica benigna (IICB) che in Italia colpisce circa 600 pazienti, dei quali più di 100 sono pediatrici. La Nutrizione Artificiale (NA) è una procedura terapeutica che in Italia riguarda circa 12mila pazienti, mediante la quale è possibile soddisfare integralmente i fabbisogni nutrizionali di pazienti che non sono in grado di alimentarsi sufficientemente per via naturale. In caso di impedimento ad alimentarsi per via naturale, i nutrienti possono essere introdotti – nel tratto gastrointestinale tramite sonde (Nutrizione Enterale) con supporto orale, naso-gastrico – direttamente nel torrente circolatorio (Nutrizione Parenterale) con un catetere venoso periferico o centrale. Quando la nutrizione orale o enterale (sia per bocca che per sonda) risulta impossibile, insufficiente o controindicata, il ricorso alla nutrizione parenterale (PN) diventa essenziale per sopperire ai fabbisogni nutrizionali di questi piccolissimi pazienti. La somministrazione avviene tramite delle sacche che possono essere specialità medicinali (prodotti da case farmaceutiche) o preparazioni galenico magistrali messe a punto su esigenze specifiche dei singoli pazienti. In Italia sono somministrati circa 3 milioni di trattamenti di Nutrizione Parenterale ogni anno. La prevalenza del trattamento di Nutrizione Parenterale è di circa 135 (numero di pazienti in trattamento domiciliare per milione di abitanti).