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Anno II - n°10 - 04.02.2003 Pagine Liguri
Vasomotility e vasomotion coronariche: rischio coronarico. Test dello sforzo simulato.
Sergio Stagnaro - dottsergio@semeioticabiofisica.it
E’ consigliabile, per una sicura comprensione di quanto segue, la lettura dell’articolo N° 31 sulle malattie del cuore nella mia Rubrica Semeiotica Biofisica in www.katamed.it .
Prima di procedere nella descrizione dell’originale valutazione della funzione-struttura coronarica, desidero sottolineare il fatto che, al letto del malato, col solo aiuto della semeiotica fisica tradizionale, non è oggi possibile a nessuno esprimere giudizi sulle condizioni dei vasi coronarici. Al contrario, la Semeiotica Biofisica ha reso possibile una simile valutazione, che rappresenta una svolta “epocale” nella storia della semeiotica fisica, corroborata anche dal mio caso personale: IMA nella totale assenza dei noti fattori di rischio, ma in presenza di ICAEM-a, costituzione arteriosclerotica ed oncologica e reale rischio coronarico. In pratica, la pressione digitale “lieve”, applicata sopra le proiezioni cutanee dei due ventricoli, applicata ovviamente non contemporaneamente, provoca i riflessi ureterali, superiore (= arteriole e piccole arterie, secondo Hammersen), medio (= Dispositivi Endoarteriolari di Blocco, DEB) (Fig.3) e inferiore (capillari nutrizionali e venule post-capillari), le cui oscillazioni consentono di valutare la vasomozione coronarica sia di base che, fatto molto interessante, durante numerosi stress test.
Nel sano, la fisiologica vasomozione coronarica, che viene attivata immediatamente dall’aumento della pressione sulla proiezione cutanea della coronaria oggetto di studio, indica una normale situazione strutturale-funzionale.
Fig. 5 Spiegazione nel testo.
Il valore prognostico e diagnostico del malfunzionamento dei DEB coronarici è notevole perché è l’espressione di una situazione patologica, magari al momento potenziale (reale rischio coronarico), che deve essere prontamente riconosciuta dal medico ai fini della prevenzione primaria della cardiopatia ischemica. Approfondimenti:
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