Altre 5 Regioni entrano nella fascia arancione. Si tratta di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria. A partire da mercoledì 11 novembre vietati dunque gli spostamenti tra Regioni e Comuni se non per comprovate esigenze di lavoro, salute e necessità (ad esempio per il rientro al proprio domicilio di residenza) con obbligo di autocertificazione. Per i comuni più piccoli, dove gli esercizi commerciali non sono sufficienti, gli spostamenti nei comuni vicini sono considerati necessari, e quindi autorizzati. Chiusi bar e ristoranti, anche a pranzo: consentito solo l’asporto fino alle 22:00, ora in cui scatta il divieto di circolazione (per Genova, come già stabilito in precedenza, già dalle 21:00), mentre per le consegne a domicilio non ci sono limitazioni di orario. Tutte le scuole superiori passano alla didattica a distanza. Chiusi i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi; rimangono chiusi musei e mostre, cinema e teatri, sale scommesse, piscine e palestre.
I contagi, specialmente in Liguria, sono elevati; la pressione sugli ospedali per reperire posti letto è tanta. I decessi dall’inizio della pandemia sono 1.937, tra i quali anche giovani senza alcuna co-morbilità. La Croce Rossa Italiana ha costruito un ospedale da campo sul piazzale antistante l’entrata del pronto soccorso del policlinico San Martino, operativo da domani. In ogni caso, resta pesante la situazione negli ospedali: “Immaginiamo – dichiara Toti – che questo sia uno degli elementi che più abbia influito sulla decisione presa dalla cabina di regia, decisione a livello tecnico di cui non conosciamo tutti i contorni. Non conosciamo i pesi e le misure dell’algoritmo che viene applicato. L’ultimo report reso pubblico, sul quale è stata fatta l’analisi, non va oltre il 1 novembre: un tempo di latenza piuttosto elevato, dato il momento. L’ordinanza ministeriale è di 2 settimane. Ha senso attenersi a quelle indicazioni senza complicare lo scenario, anche per non creare una babele nella comunicazione delle misure.”
Preoccupanti anche numeri della Toscana. Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi al coronavirus sono stati 2.244, in più rispetto a ieri. Sono 7.135 i soggetti testati (escludendo i tamponi di controllo), di cui il 31,5% è risultato positivo. A questi si aggiungono i 1.269 tamponi antigenici rapidi. I ricoverati sono 1.776 (76 in più), di cui 234 in terapia intensiva (+8). Si registrano 33 nuovi decessi: 17 uomini e 16 donne, con un’età media di 82,4 anni.
Anche in Abbruzzo i posti letto sono in esaurimento. I ricoveri all’ospedale di Chieti sono saliti a 83, dopo che è stata offerta la disponibilità ad accogliere anche alcuni pazienti delle Asl di Aquila e Teramo. “Stiamo studiando tutte le soluzioni possibili per aver maggiore disponibilità di posti letto, ma questo non vuol dire che non saranno ricoverati altri pazienti che dovessero arrivare nelle prossime ore”, rassicura il direttore generale della Asl Thomas Schael. “Nessuno sarà rimandato indietro, e ognuno troverà posto in qualche modo nelle nostre strutture. E quanto accaduto nella giornata di ieri, con le ambulanze rimaste in attesa sul piazzale del Pronto Soccorso, non deve far prefigurare scenari apocalittici: i mezzi sono arrivati in contemporanea, e per evitare che si trovassero insieme al triage pazienti COVID sospetti o accertati con altri malati, si è preferito lasciarli in ambulanza in attesa dei risultati del tampone rapido, che necessita di poco più di venti minuti. L’attesa, quindi, è stata determinata da una scelta di tipo prudenziale, e non dalla difficoltà a trovare una collocazione”, conclude. La Rianimazione dell’ospedale di Vasto ha aperto ai malati COVID, e i 4 posti letto a disposizione sono stati già occupati.