Leucemie. Istituita scuola di formazione per volontari

Volontari sereni, consapevoli e competenti, capaci di affrontare e risolvere le più diverse situazioni. È questo l’identikit del volontariato del terzo millennio, che diventa sempre più cruciale per la ripresa e lo sviluppo del Paese e chiede considerazione per il suo ruolo. L’AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma risponde prontamente alle nuove domande e istituisce la prima Scuola Nazionale di Formazione AIL per Volontari, con il supporto non condizionante di Pfizer. “La cura del benessere del volontario è la cura del benessere dell’Associazione”, dichiara Sergio Amadori, presidente nazionale AIL. “L’organizzazione vuole che i suoi volontari siano sereni e responsabili, vuole accrescere la cultura del dono solidale e potenziare le fila dei suoi volontari. Mettere a punto programmi di formazione specifici e linee guida omogenee da nord a sud del Paese è la strategia vincente. La Scuola nasce dopo un lungo lavoro, grazie all’esperienza maturata dai volontari più esperti e dalle competenze delle psicologhe AIL. Vogliamo che essa diventi punto di riferimento per quanti desiderano avvicinarsi alla nostra organizzazione e che consenta quell’ulteriore salto di qualità che oggi è richiesto al Terzo settore.”

Un pianeta, quello del Terzo settore, in continuo cambiamento grazie anche alla Legge delega 106/2016 che lo riforma; 350mila organizzazioni che danno lavoro a oltre 1 milione di persone, quasi 6 milioni di donne e uomini che volontariamente e gratuitamente donano sé stessi a chi è nel bisogno, un valore di 80 miliardi di euro. Ma se è vero che il Terzo settore contribuisce ad accrescere la coscienza civile del territorio e a migliorare la coesione sociale attraverso la sua partecipazione alla vita comunitaria, esso chiede pure il riconoscimento del suo ruolo. “Il volontariato ha una vocazione nascosta che è quella di affermare e diffondere dentro la società di cui è parte quel principio di fraternità e di reciprocità che lo contraddistinguono”, sostiene Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Politiche Sociali. “Non basta dire ‘solidarietà’. La specificità del volontariato è la pratica del principio di reciprocità, un principio fondamentale che altro non è che la traduzione pratica del principio di fraternità. Il volontario non dona soldi, dona se stesso. Ecco allora la necessità di una Scuola, non solo strumento di formazione, ma costruttrice di un pensiero che vada al di fuori delle aule e che possibilmente arrivi a tutti gli ambiti della vita associata, perché il volontariato ha bisogno soprattutto di essere riconosciuto per quel che è, prima ancora che per quel che fa.”

La Scuola di Formazione, da Bolzano a Ragusa, ha l’obiettivo di insegnare i principi e i valori fondamentali del volontariato per realizzare in maniera efficace la mission dell’Associazione. Il programma di studio comprende 3 giornate di lavoro ogni 2 settimane, una formazione di base tenuta da volontari esperti, da psicologi e personale sanitario e, per le giovani leve, incontri formativi, colloqui e tutoraggio con supervisione delle attività. La tendenza è verso la continuità formativa.