Lean management: la pillola che guarirà la sanità?

Potrebbero essere di oltre 20 miliardi l’anno i risparmi nella spesa sanitaria nazionale se nei servizi sanitari si ricorresse in modo più diffuso al lean management (gestione snella), una modalità organizzativa e gestionale già applicata con successo nel settore dell’industria automobilistica (Toyota è stata la prima) e che ora comincia a essere adottata con ottimi risultati in sanità, anche in ambito oncoematologico. A oggi si ritiene che il valore degli sprechi nelle diverse aree operative dei servizi sanitari sia dovuto per il 26% al sovrautilizzo di interventi inappropriati o inefficaci, per il 21% a frodi ed abusi, per il 19% a tecnologie sanitarie acquistate a costi eccessivi, per il 12% al sotto utilizzo di interventi efficaci o appropriati, per il 12% a complessità amministrative e per il 10% all’inadeguato coordinamento dell’assistenza. Uno degli elementi caratterizzanti il lean management, oltre alla razionalizzazione dei processi, è il ricorso, ove possibile, alla deospedalizzazione e all’assistenza domiciliare: una pratica che tiene il paziente oncologico lontano da possibili luoghi di contagio oltre a consentirgli una migliore qualità della vita. “In oncoematologia è sempre più auspicabile il ricorso alla deospedalizzazione”, ha rilevato Mario Boccadoro, Professore ordinario di Ematologia all’Università di Torino. “Pensiamo alla chemioterapia: un tempo si faceva in regime di ricovero, poi in day hospital, poi in ambulatorio e ora anche domiciliarmene. È un’evoluzione naturale: si andrà sempre più in questa direzione. Pensiamo che in ematologia si fanno anche trapianti, a casa.”

Questi dati sono la conseguenza delle riflessioni e degli elementi emersi nel corso del convegno tenutosi all’Istituto Superiore di Sanità di Roma sul tema Patologie Oncoematologiche: Evoluzione della Terapia e del Modello Assistenziale.