Le malformazioni della mano, di cui risulta colpito in media 1 bambino su 1500 nati, sono molteplici e di diversa gravità. Dai casi in cui mancano tutte o quasi tutte le dita e si rende necessario procedere con un intervento di ricostruzione, a quelli in cui sono presenti delle eccedenze, non sempre di facile asportazione. Infine, alcuni bambini presentano una mano che, anche se apparentemente normale, non funziona correttamente a causa di dita unite o aree di posizione non corrette. Sabato scorso si è svolta la quinta edizione del Campus “La Mano del Bambino”, una giornata di incontro, gioco e confronto con chirurghi, psicologi e terapisti dedicata ai più piccoli colpiti da malformazioni congenite alle mani (da 0 a 14 anni) e ai loro famigliari. Si è trattato di un evento nazionale, organizzato dall’Associazione La Mano del Bambino per fornire consigli e informazioni sulle patologie della mano nel bambino, con il coinvolgimento attivo dei piccoli pazienti oggi guariti. All’evento ha partecipato, in qualità di ospite d’onore, il campione di basket italiano Carlo Fumagalli: “Ho partecipato con vera gioia, anche perché tempo fa ho subito un importante trauma alla mano, che mi ha tenuto lontano dal mio sport. Il mio obiettivo è dimostrare ai piccoli pazienti e alle loro famiglie come il non aver mai mollato mi abbia permesso di riprendere la mia attività a tempo pieno”.
Presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano, partner della giornata, vengono operati circa 6-700 bambini l’anno con un ambulatorio gratuito (tramite impegnativa ASL) di quattro, cinque ore al giorno. “I bambini che ci troviamo a curare possono essere perfettamente sani ma con una malformazione alla mano, oppure, nei casi più gravi, sindromici, ovvero con difetti cardiaci, renali, intestinali o cerebrali”, spiega il prof. Giorgio Pajardi, direttore dell’UOC di Chirurgia e Riabilitazione della Mano dell’Ospedale San Giuseppe, Università degli Studi di Milano. “In questi casi intervengono una serie di specialisti spesso di città diverse, che si devono coordinare e alternare nella fase ricostruttiva. Perciò, è importante intervenire sulla mano del bambino quando è molto piccolo, a sei o sette mesi. Ciò significa visitarlo intorno ai 15-20 giorni dalla nascita, seguirlo, operarlo e predisporre da subito il programma riabilitativo.”