
“Il latte di asina non è adatto all’alimentazione dei bambini sotto i 2 anni e soprattutto dei lattanti.” Lo dichiara Margherita Caroli, pediatra e nutrizionista della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale SIPPS a commento di informazioni non corrette diffuse nel corso della trasmissione Linea Verde andata in onda lo scorso 25 ottobre su Rai 1.
“Nel corso della puntata – spiega Caroli – è stato affermato, dalla conduttrice e da un allevatore di asini, che il latte di asina è adatto all’alimentazione dei bambini anche più piccoli. La stessa affermazione era già stata fatta in un altro paio di puntate di Linea Verde, durante la primavera. In merito a ciò, la SIPPS sente la necessità di precisare che queste affermazioni e consigli non sono affatto rispondenti alle caratteristiche che deve avere il latte destinato ai bambini di età inferiore ai 2 anni.”
La preoccupazione della pediatra e nutrizionista deriva “dalla giusta notorietà della trasmissione, seguita da larghe fasce di pubblico che fanno tesoro delle sue informazioni e consigli, e dal fatto che a diversi pediatri è giunta la richiesta, da parte di madri che avevano seguito il programma, di poter alimentare i propri figli di età inferiore a un anno con latte di asina. Per correttezza professionale – prosegue Caroli – chiariamo la principale carenza del latte di asina che può danneggiare i lattanti. Il latte di asina è molto meno ricco di grassi rispetto al latte materno, il che comporta che l’apporto energetico sia di 40 kcalorie/100 ml, e cioè meno dei due terzi dell’apporto energetico del latte materno (68 kcalorie/100 ml), e pone il lattante a rischio di malnutrizione.”
Ad avvalorare queste dichiarazioni è Andrea Vanìa, responsabile del centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica del dipartimento di Pediatria della Sapienza di Roma ed esperto della SIPPS: “I grassi sono indispensabili nei primi 2 anni di vita per la mielinizzazione dei neuroni, e una loro insufficiente assunzione può causare un ritardo della mielinizzazione delle vie nervose e quindi della conduzione degli impulsi nervosi, con effetti diversi secondo le vie interessate. Dobbiamo ancora ricordare – prosegue Vanìa – che i danni o il ritardato sviluppo neurologico del bambino, nei primi 2 anni di vita, possono non essere totalmente reversibili, e dunque lasciare effetti negativi per lungo tempo. L’uso del latte di asina, opportunamente modificato, con aggiunta di grassi e modifica del contenuto di minerali, è oggetto di studio per l’alimentazione di bambini con allergia alle proteine del latte vaccino e le cui madri non abbiano la possibilità di allattare. Al momento – conclude – l’uso del latte di asina non può essere consigliato indiscriminatamente nei primi anni di vita per il rischio di causare malnutrizione energetica.”