Lo dimostra uno studio italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista International Urology and Nephrology: la “luce verde” guarisce la prostata ingrossata, salva il sesso e tutela il cuore; Greenlight, grazie all’evoluzione della tecnica, è ora in grado di operare maxi prostate di grosso volume, finora trattabili solo con la chirurgia open invasiva e con inevitabili complicanze. “La tecnica laser – afferma il dott. Paolo Destefanis, endourologo presso la divisione di urologia delle Molinette di Torino – si effettua in endoscopia (senza alcuna incisione cutanea) e vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, ristabilendo una normale minzione. L’istantanea coagulazione dei vasi che evita il sanguinamento, fa del laser verde lo strumento d’elezione per l’oltre un milione di pazienti con gravi malattie cardiovascolari in cura con anticoagulanti e/o antiaggreganti, che ora possono essere operati in tutta sicurezza senza mai sospendere la terapia salvavita (come invece avviene con la chirurgia tradizionale), un evento che li esporrebbe a seri rischi cardiocircolatori. La metodica (che è a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale in 50 centri con un totale di 3mila interventi) è stata promossa a pieni voti dagli stessi pazienti operati e guariti, come dimostrano i risultati di un recente studio effettuato dai massimi esperti italiani e pubblicato a gennaio sulla prestigiosa rivista International Urology and Nephrology”. Lo studio multicentrico è stato svolto su 367 pazienti provenienti da sei centri ospedalieri italiani Torino, Cuneo, Modena, Pordenone, Vasto, Chieti.
Anche “maxi-prostate”
“Lo studio – prosegue Destefanis – evidenzia anche l’evoluzione della tecnica Greenlight, che ha ora reso possibile l’intervento laser su prostate di notevoli dimensioni, fino a 250 grammi (la prostata sana pesa 15-20 grammi) finora operabili solo con la chirurgia open invasiva e con complicazioni (fino al 20% di rischio emorragico). L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza con estrema precisione solo l’adenoma senza toccare la capsula. L’azione selettiva dell’energia laser consente di irradiare solo tessuto adenomatoso, che viene prima “isolato” (scollato) dalla capsula prostatica e poi vaporizzato con precisione millimetrica Questo impiego del laser verde, indicato con il nome di vaporizzazione anatomica, elimina in modo completo e radicale tutto il tessuto dell’adenoma evitando così il rischio di recidive e di sintomi irritativi (bruciore e urgenza post operatori) risolvendo definitivamente l’IPB.”
“Greenlight – precisa il prof. Paolo Gontero, Direttore della Struttura complessa di Urologia Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino Presidio Molinette – non causa danni ai nervi dell’erezione e della continenza urinaria in quanto agisce all’interno della ghiandola prostatica non toccando la superficie (è come svuotare un’arancia lasciando inalterata la buccia), là dove scorrono i nervi deputati alla funzione erettile e a regolare la continenza. Il laser verde offre un’immediata risoluzione dei sintomi e della minzione, mentre il ricorso al catetere è inferiore alle 24 ore. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di pochi giorni.”