La vaccinazione contro il papilloma virus costituisce la prevenzione primaria contro molti tipi di cancro

Il vaccino contro il Papilloma Virus è il primo contro un cancro. La vaccinazione deve avvenire prima del debutto sessuale. Per questa ragione, attualmente, è stata fissata ai 12 anni, per femmine e maschi. “Il vaccino rappresenta un’assicurazione sulla vita” – come chiarisce Giancarlo Icardi, professore di Igiene, Università di Genova – per tutta la vita, nei confronti di questa patologia neoplastica.” Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità si stima che circa l’89% dei carcinomi da HPV e l’82% delle lesioni precancerose di alto grado siano correlati ai 7 tipi di HPV 16/18/31/33/45/52/58. Di questi, il tipo 16 e il tipo 18 sono ad alto rischio oncogeno, mentre il 6 e l’11 sono all’origine delle lesioni precancerose: in Italia si registrano ogni anno 80.000 nuovi casi di condilomi genitali nei maschi e 130.000 nelle femmine. I tipi oncogeni di HPV, oltre a essere responsabili della totalità dei tumori della cervice uterina, sono la causa di circa il 90% dei tumori dell’ano, 70% dei tumori della vagina, 50% dei tumori del pene e 40% dei tumori della vulva. L’HPV risulta inoltre responsabile del 26%, e è coinvolto in circa il 60%, dei tumori dell’orofaringe (inclusi i tumori delle tonsille e della base della lingua).

La prevenzione secondaria del carcinoma della cervice uterina si attua attraverso la diagnosi precoce con il pap-test, uno screening citologico cervicale che consente di identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma. In Italia, il pap-test è raccomandato ogni tre anni per le donne tra i 25 e i 64 anni. Per gli uomini non esiste, invece, alcun programma di screening preventivo, se non la vaccinazione.