In Italia solo 1 donna su 10 è primario di Oncologia

In Italia appena 1 donna su 10 è primario di Oncologia, un trend purtroppo in linea con la fotografia che emerge anche a livello europeo e mondiale: da uno studio presentato al recente congresso della Società Europea di Oncologia Medica, tra i primi autori che figurano a firma di una pubblicazione scientifica solo il 38% è donna, contro il 62% degli uomini. Nella ricerca scientifica e clinica volta a trovare cure e terapie sempre più innovative e efficaci per il trattamento dei tumori, le donne giocano un ruolo sempre più significativo, come testimoniato dagli studi presentati nel corso dell’ultimo congresso ESMO: sebbene le donne medico, le iscritte alle Facoltà di Medicina e le specializzande in Oncologia siano sempre di più, spesso oltre la metà, rispetto ai colleghi uomini, trovare una donna ai vertici nel settore è raro, specularmente a quanto accade in Italia. E la disparità di genere diventa ancora più significativa se si guarda all’indice H delle pubblicazioni scientifiche, un parametro che va a misurare quanto un autore è prolifico – analizzando il numero di lavori pubblicati – e quanto la sua ricerca è in grado di generare un impatto nell’ambito della comunità scientifica – analizzando quanto i suoi articoli vengono citati da colleghi: le ricercatrici in oncologia risultano meno prolifiche e “influencer” degli uomini, con un indice H medio pari a 15, contro il 25 maschile.

“Le ricercatrici italiane sono note a livello internazionale per i loro studi sulle patologie oncologiche ma, nonostante questo, ancora persiste un’importante disparità di genere. Faticano, infatti, ad avere dei riconoscimenti alle loro carriere”, dichiara la prof.ssa Marina Chiara Garassino, Presidente di Women for Oncology Italy e Responsabile Oncologia Toraco polmonare Dipartimento Medicina Oncologica Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Milano. “Per questo auspichiamo che le Istituzioni, a partire dal nuovo Ministro della Salute, Roberto Speranza, e dal nuovo Ministro alle Pari Opportunità, Elena Bonetti, colgano il nostro appello a trovare risposte alla disparità di genere che ancora sussiste in ambito scientifico e medico, in particolare per colmare il gap che permane tra i riconoscimenti internazionali e i percorsi di carriera.”

Una strada diversa si può e si deve tracciare, ne sono una dimostrazione le nove oncologhe che hanno dato vita nel 2016 a Women for Oncology Italia, sezione italiana dell’omonima associazione internazionale: tutte under50 e tutte ai vertici, hanno scelto di offrire un contributo in prima persona, parallelamente ai propri incarichi clinici e accademici, allo sviluppo e consolidamento di una classe dirigente al femminile più numerosa e preparata ad affrontare e vincere le sfide legate al gender gap ancora esistenti nell’oncologia italiana.