Gli anziani si sentono in salute, ma i dati rivelano una situazione diversa. È la fotografia scattata alla popolazione over65 da Passi d’Argento (PdA), il sistema di sorveglianza sulla popolazione con 65 anni e più condotto da Asl e Regioni coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Se l’87% della popolazione nazionale in questa fascia d’età si percepisce in buona salute, i dati analizzati dicono il contrario, in particolare nei parametri relativi a immunizzazione, alimentazione, attività fisica e uso dei farmaci. “Anche se si registrano lievi miglioramenti nella lotta alla sedentarietà, rimangono abitudini alimentari sostanzialmente scorrette e un’immunizzazione non sufficiente; inoltre, si conferma la grande disuguaglianza tra le regioni nelle politiche sanitarie messe in atto a favore degli anziani”, sostiene Michele Conversano, presidente di HappyAgeing, Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo. Infatti, su base nazionale il 60% di anziani si ritiene parzialmente o completamente attivo contro il 38% di coloro che si definiscono totalmente sedentari. “Sul versante opposto – prosegue Conversano – rimane insufficiente la percentuale di copertura vaccinale antinfluenzale per gli ultrasessantacinquenni su base nazionale: solo il 55%. Se poi si va a vedere la copertura vaccinale negli ultra65enni con almeno una patologia cronica il dato sale al 61,7%, ma scende al 44.9% in assenza di patologie.”
L’indagine aggiorna il quadro sullo stato di salute e di vita degli over65, fascia in costante crescita e che ormai si avvicina al 25% della popolazione complessiva. L’Italia è infatti ai primi posti in Europa per la crescita dell’indice di vecchiaia: il rapporto tra gli anziani (65 anni e più) e i giovani (meno di 15 anni) raggiunge quota 168,9 e registra così un nuovo record nazionale. I dati riportati da Passi d’Argento elaborano circa 40mila interviste telefoniche e in presenza, realizzate da operatori sanitari specializzati su anziani campionati in tre anni.
Sul fronte dell’alimentazione in Italia, nel triennio 2016-2018, fra le persone con 65anni o più il consumo medio giornaliero di frutta e verdura non raggiunge la quantità indicata dalle linee guida per una corretta nutrizione: su 10 persone, 4 non consumano più di 2 porzioni al giorno di frutta o verdura, una quota analoga ne consuma 3-4 porzioni, solo 1 persona su 10 arriva a consumare almeno 5 porzioni al giorno (five a day), come raccomandato. E ciò a fronte di una percentuale piuttosto contenuta – il 12,7 % su base nazionale – di ultrasessantacinquenni con problemi accertati di masticazione e di circa il 43% di popolazione anziana sovrappeso.
Se attenzione nutrizionale, immunizzazione, attività fisica, controllo di fumo e alcool sono tutti parametri che favoriscono un invecchiamento in salute per una sana prevenzione verso le patologie dell’età matura, come sostiene da alcuni anni HappyAgeing, di contro va registrata una tendenza ancora forte alla “medicalizzazione” della popolazione anziana. L’89,2% dichiara di aver assunto farmaci nella settimana precedente l’intervista. “Un dato che in parte – commenta Conversano – viene confortato dall’attenzione data dal medico alla corretta assunzione e controllo di farmaci da parte degli anziani.”
L’analisi dei dati dell’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità fa emergere una enorme disparità regionale dello stato di salute degli anziani e stili di vita ancora lontani dalla soglia stabilita per il raggiungimento di un invecchiamento attivo. Per questo, HappyAgeing sostiene la necessità di sensibilizzare la popolazione con campagne di comunicazione sul territorio e di coordinare con maggiore forza le politiche sanitarie delle regioni a favore degli anziani per assicurare livelli minimi di prevenzione e invecchiamento in salute per l’intera popolazione anziana.