Verso lo screening automatico e contactless per la diagnosi precoce del glaucoma ad angolo chiuso

Impiegare l’intelligenza artificiale per riconoscere i primi segnali del glaucoma consentendo di identificare il prima possibile la malattia e intervenire precocemente per rallentarne la progressione e i conseguenti danni, che possono condurre anche a cecità. Questo l’obiettivo degli specialisti del Centro Oculistico Italiano di Brescia, l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’IRCCS Fondazione Bietti di Roma, grazie a un progetto internazionale finanziato dalla fondazione svizzera Velux Stiftung, che punta a realizzare di un sistema automatico contactless per lo screening e la diagnosi precoce della forma di glaucoma ad angolo chiuso. Attraverso il progetto Velux: NACA Estimator (no contact anterior chamber angle), i ricercatori stanno cercando di sviluppare un algoritmo che possa consentire un giorno anche di effettuare lo screening ambulatoriale e il monitoraggio da remoto. In Oftalmologia, l’intelligenza artificiale e in particolare il deep learning si sono rivelati utili nella diagnosi della retinopatia diabetica, della degenerazione maculare legata all’età e della retinopatia del prematuro, fino alla valutazione del glaucoma.

Il glaucoma è una malattia molto frequente. Secondo l’Oms, sono circa 80milioni le persone nel mondo che ne sono affette; circa 25milioni hanno perso la vista del tutto o in parte. Solo in Italia i glaucomatosi sono circa 1milione, ma 1 persona su 2 non sa di esserne affetta. “L’intelligenza artificiale è un sistema informatico in grado di eseguire attività che normalmente richiedono l’intelligenza umana, come il rilevamento delle alterazioni indotte dal glaucoma a livello della testa del nervo ottico, o la progressione del danno del campo visivo”, spiega il prof. Luciano Quaranta, direttore scientifico del Centro Oculistico Italiano, ordinario in Malattie dell’Apparato Visivo. “I metodi di Intelligenza Artificiale vengono sviluppati applicando delle specifiche competenze tecniche, note anche come competenze algoritmiche, per interrogare i dati, il che porta alla produzione di algoritmi informatici veloci e intelligenti.”