Con circa il 2% della popolazione colpita in forma sintomatica e un ulteriore stimato 2% affetto da forma asintomatica, l’insufficienza cardiaca, uno stato fisiopatologico in cui il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue nell’organismo, rappresenta una delle emergenze sanitarie più gravi della nostra epoca. Le ragioni della sua diffusione sono molte, a cominciare dalla limitata efficacia delle terapie sinora adottate (la terapia beta-bloccante), in grado di frenare solo temporaneamente la progressione della malattia, ma non di ristabilire l’efficienza del cuore e dell’apparato cardiovascolare, con il rischio di ricomparsa dello scompenso cardiaco, manifestazione clinica dell’insufficienza cardiaca. Altro fattore cruciale, l’invecchiamento della popolazione, con la conseguente presenza nel paziente cardiopatico di altre malattie croniche che ne aggravano il quadro clinico, determinando un aumento di ricoveri ospedalieri e una conseguente lievitazione dei costi della spesa sanitaria che potrebbe pregiudicarne in futuro la sostenibilità.
Da qui il focus della XVII edizione del Simposio HeartFailure& Co: “adottare terapie più efficaci nel contrastare la progressione della malattia e la conseguente ospedalizzazione, garantendo al paziente cronicoassistenza e cura ‘ovunque egli sia’, a casa, nei casi di insufficienza meno severa da monitorare a domicilio, in ospedale e dopo le dimissioni nei casi più gravi, riducendo il rischio di riacutizzazione e rientro in struttura”. Il congresso vede la partecipazione di relatori italiani e internazionali di provata credibilità scientifica e professionale, con il coinvolgimento di medici del territorio. A moderare l’intervento sui Nuovi Coagulanti Orali (NAO), la dott.ssa Lidia Rota Vender, presidente di ALT Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari Onlus.
LA NUOVA TERAPIA
Assistenza e cura possono contare ora su una nuova arma, una classe di farmaci denominati ARNI (inibitori dell’angiotensina e della neprilisina), di cui la molecola LCZ696 rappresenta il primo farmaco efficace nel trattamento dello scompenso cardiaco. “L’impiego di questa molecola in sostituzione del convenzionale farmaco ACE I enalapril – sottolinea il dott. Edoardo Gronda, Responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia e Ricerca dell’IRCSS MultiMedica – ha dimostrato di ridurre in modo molto significativo la mortalità globale e le ospedalizzazioni per scompenso. Inoltre, si è osservato un benefico effetto di LCZ 696, rispetto all’ACE I, nei pazienti portatori di glicemia elevata e nel preservare la funzione renale.”