Insufficienti presidi sanitari, tamponi negati e comunicazione inadeguata fanno aumentare i contagi da coronavirus

Tutti a casa per non infettare e non essere infettati. Bene. È quello che consigliano virologi, epidemiologi. È quello che consiglia l’OMS e il buon senso. Ma qualcosa non va e, a differenza di quanto affermano ogni sera molti commentatori. Infatti il numero dei contagi sale quotidianamente e i morti pure. Fino a ieri sera le persone contagiate erano 97.689 (+5,64%). Mentre i morti erano 10.779; 13.030 le persone guarite. Dunque in aumento, un giorno più, un giorno meno rispetto al giorno precedente, ma sempre in aumento. L’infezione continua quindi a correre e crediamo che il motivo vada ricercato essenzialmente in tre punti: presidi sanitari scarsi e inadeguati; tamponi insufficienti, in quanto rifiutati anche a persone in buona salute ma parenti stretti (mogli, mariti o figli) di COVID-19 positivi; comunicazione falsata.

PRESIDI SANITARI. I Presidi sanitari sono spesso inadeguati e scarseggiano; scarseggiano mascherine FFP2, camici monouso con cappuccio omologati per rischio biologico. E venerdì scorso, proprio a questo riguardo, c’è stata una dura presa di posizione della CGL sanità Ligure contro il presidente della Regione Liguria, l’Assessore alla Salute, e il presidente di ALISA. Altrettanto dura è stata la presa di posizione dei Medici di Medicina Generale, sempre nei confronti della stessa Regione. In una lettera, pubblicata su la Repubblica-Genova, hanno tra l’altro denunciato come la Regione Liguria non avrebbe “nessuna strategia regionale. A volte accompagniamo i pazienti alla morte per telefono. Pochissime protezioni, ci hanno dato grembiulini da salumiere.”

TAMPONI NEGATI. Non solo i tamponi non vengono eseguiti a tutte le persone a rischio, come chi lavora in ospedale, sul territorio o nelle case di riposo, RSA, ma spesso – e questa è veramente senza senso – vengono rifiutati ai familiari di un COVID-positivo, se in buona salute e senza sintomi. Ma poiché in buona salute e senza sintomi, non solo viene rifiutato il tampone: quando si tratta di personale medico o paramedico, le stesse persone sono costrette a andare a coprire il turno in ospedale, senza alcun periodo di quarantena, innescando un meccanismo che rischia di favorire la diffusione del contagio. Altro dato incontrovertibile al riguardo è che di tamponi, specialmente in alcune Regioni, come per esempio la Liguria, se ne fanno davvero pochi: almeno fino a ieri, erano meno anche di quelli effettuati dalle Regioni con un numero inferiore di contagi. Per esempio, sempre a ieri, i tamponi in Liguria erano 9.100; in Puglia 12.361; Friuli 13.397; Abbruzzo 13.814 mila. Vale a dire oltre 4mila in meno, pur avendo più contagi. Poi nel Lazio (2.706 contagi) sono stati eseguiti 27.744, circa 3 volte in più rispetto alla Liguria. Naturalmente non parliamo di Toscana, Emilia Piemonte e Lombardia dove sono addirittura 5-10 volte tanto. Ma sempre pochi se si rapportano al numero degli abitanti. Unica eccezione a questo riguardo è la regione Veneto.

COMUNICAZIONE. Da qualche giorno – anzi fin dall’inizio – i numeri dell’infezione sono in ascesa, cioè aumentano giorno dopo giorno; eppure accade spesso che secondo i moltissimi interpreti più o meno autorevoli qualcuno cerchi di spiegare come le cose stiano andando meglio. Le implicazioni non sono di poco conto, perché a dire che le cose vanno meglio, specie quando in realtà meglio non vanno, si corre il rischio di far sentire legittimate le persone ad abbassare la guardia e a lasciarsi andare a comportamenti meno attenti di quanto in realtà occorra per salvaguardare la salute di tutti.