Insonnia, patologia delle 24 ore

Circa 790milioni di persone colpite nel mondo, oltre 12milioni in Italia: sono i soggetti che soffrono di insonnia, la cosiddetta “patologia della notte e del giorno”, in quanto interessa non solo il riposo notturno ma anche il funzionamento diurno con un impatto rilevante sulla qualità di vita del paziente compromettendo lavoro, studio, vita sociale e di relazione. Un problema sanitario emergente che negli ultimi 2 anni è stato ulteriormente acuito dalla pandemia e recentemente dalla guerra in Ucraina: i lockdown, le limitazioni imposte, la paura del contagio e della guerra insieme al costante consumo di notizie hanno aumentato lo stress, il senso di incertezza e di imminente pericolo nella popolazione che hanno avuto un impatto notevole sulla quantità e qualità del sonno.

L’insonnia, nonostante gli effetti negativi sulla salute delle persone colpite, rimane una patologia sottostimata, sottodiagnosticata e sotto trattata: i pazienti spesso la interpretano come un sintomo e si affidano al fai-da-te o al passaparola prima di ricorrere a un medico. A tutto questo contribuisce anche la propensione di molti dei media a considerare l’insonnia come un problema legato al benessere, allo stile di vita e alle cattive abitudini e non una vera e propria patologia. Spiegare cos’è l’insonnia e il rapporto con le 24 ore, illustrare quali sono i meccanismi fisiopatologici che determinano l’insonnia, approfondire il punto sullo stato della ricerca ed evidenziare l’impatto clinico, psicologico e socio-economico della patologia sono gli obiettivi del Corso di Formazione Professionale Continua per i giornalisti dal titolo Molto Più di Una Semplice Assenza di Sonno: Insonnia, La Patologia delle 24 Ore, promosso dal Master della Sapienza Università di Roma La Scienza nella Pratica Giornalistica, con il contributo non condizionante di Idorsia. “L’insonnia è caratterizzata da una predominante insoddisfazione del soggetto riguardo alla quantità o alla qualità del sonno, associata a: difficoltà a prendere sonno, frequenti risvegli nella notte, risveglio precoce al mattino senza riuscire più a riaddormentarsi”, dichiara il prof. Luigi Ferini-Strambi, ordinario di Neurologia Università Vita-Salute di Milano, direttore Centro di Medicina del Sonno IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. “La difficoltà a prendere sonno è sicuramente la situazione più frequente (circa il 44% dei casi). Tra i fattori di rischio: essere donna, età avanzata, sindromi dolorose, depressione, status socio-economico basso, cattiva salute e utilizzo di apparecchi elettronici e lettura a letto. Sono diversi i centri cerebrali che lavorano di concerto per promuovere il sonno o la veglia. Il ciclo sonno-veglia è un processo complesso in cui la veglia e il sonno vengono attivati e disattivati da sistemi in un rapporto reciproco.”

È stato necessario oltre un ventennio di ricerca per riuscire a comprendere almeno in parte, il ruolo e la funzione dei neurotrasmettitori nel ciclo sonno-veglia tra cui quella dell’orexina, un neurotrasmettitore ipotalamico importante nella regolazione del ritmo sonno-veglia. L’insonnia è donna. Le donne hanno una probabilità 1,41 volte maggiore rispetto agli uomini di soffrirne, specie nelle varie fasi del ciclo riproduttivo e della vita, come la menopausa. Inoltre l’insonnia tende a persistere maggiormente nelle donne rispetto agli uomini e incrementa con l’età per un rapporto di 3:1 dopo la menopausa. “La donna esprime un rischio maggiore di insonnia in relazione alle varie epoche del suo ciclo riproduttivo, a partire dall’insonnia legata alla disforia premestruale e all’ovulazione, più evidente nella sindrome dell’ovaio policistico”, afferma la prof.ssa Rosalia Silvestri, responsabile del Centro di Medicina del Sonno UOSD Neurofisiopatologia e Disordini del Movimento, AOU Messina, professore associato in Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze e Neurochirurgia, Università di Messina. “In menopausa appare in gran parte legata alla modificazione del quadro ormonale che interferisce anche con alterazioni del ritmo circadiano come dell’umore, ed è suscettibile al trattamento ormonale sostitutivo come alla melatonina. La disuguaglianza tra i due sessi e l’incremento in specifiche epoche del ciclo riproduttivo sarebbero verosimilmente il risultato di repentini cambiamenti a carico degli ormoni sessuali femminili che influenzano la neurotrasmissione e la plasticità cerebrale.”

Sul fronte della ricerca, la Commissione Europea ha recentemente concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio a daridorexant, primo antagonista doppio del recettore dell’orexina in Europa per il trattamento di pazienti adulti con insonnia cronica e una compromissione della funzionalità diurna.