Più di 800 malati gravi finiti in terapia intensiva e quasi 200 sono deceduti. Questo il triste bilancio che si legge nel bollettino di sorveglianza epidemiologica Influnet, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella quindicesima settimana del 2019 e a farne le spese sono stati, come sempre, soprattutto anziani e bambini. Insomma una vera e propria epidemia che ha interessato oltre 8milioni di persone.
“L’epidemia quest’anno è iniziata in ritardo, ha avuto il picco a inizio febbraio ma la circolazione è rimasta elevata anche nelle settimane successive. Tant’è che, ancora la scorsa settimana, abbiamo registrato quasi 100mila casi”, spiega Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. “Il virus influenzale muta in continuazione; per questo il vaccino va cambiato ogni anno e, per lo stesso motivo, le previsioni possono facilmente sbagliare.”
Quella di quest’anno è stata però soprattutto un’influenza aggressiva: fino a oggi, i casi gravi che hanno comportato il ricovero in terapia intensiva sono stati 809 e, di questi pazienti, 198 sono deceduti; al termine della passata stagione, si erano contati 764 casi gravi e 173 decessi. “Questi alti numeri sono dovuti al fatto che i virus predominanti sono stati l’A-H1N1 (quello della pandemia del 2009) e l’A-H3N2, entrambi più aggressivi del tipo B, soprattutto nei confronti degli anziani.”