Cefalea, emicrania, disturbi della sfera affettiva o della sensibilità, dolore facciale, depressione lombalgia, intorpidimento, formicolio dolore alla faccia. Sono questi i sintomi numerosi e aspecifici della fibromialgia, che in Italia interessa circa 1,5-2 milioni di persone, soprattutto di sesso femminile. In particolare, la fibromialgia è una sindrome muscolo-scheletrica a lungo termine che causa dolore e affaticamento; la sua origine è ancora sconosciuta, ma è di alcuni giorni addietro la notizia che uno studio congiunto di ricercatori americani e svedesi abbia ipotizzato tra le cause un’infiammazione cerebrale.
La fibromialgia è una sindrome; solo negli ultimi 10-15 anni è stato possibile approfondirne la conoscenza e alcuni ricercatori sono convinti che, a causa delle difficoltà di diagnosi, possa essere anche più diffusa. Il presente è il primo studio a offrire evidenze dirette di attivazione gliale cerebrale in questa patologia cronica scarsamente compresa e difficile da trattare. Secondo gli autori – prof. Daniel Albrecht, della Harvard Medical School di Boston, e Anton Forsberg, del Karolinska Institute di Stoccolma – l’attivazione gliale osservata determinerebbe il rilascio di mediatori infiammatori che si presume sensibilizzino le cascate del dolore e contribuiscano a sintomi come l’astenia. Peraltro, il riscontro di cambiamenti neurochimici obiettivi nel cervello dei pazienti con fibromialgia dovrebbe aiutare a ridurre la stigmatizzazione persistente affrontata da molti pazienti, ai quali non di rado viene detto che i sintomi di cui soffrono sono “immaginari” e privi di reali implicazioni patologiche. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Brain, Behavior, and Immunity online 2018.